Ho avuto modo e piacere di presentare in questo spazio, PIETRO DE ANGELIS. Come scrissi allora, ho scelto di non definirlo (se non nella qualità di amico) perché farlo, data la sua poliedricità, risulterebbe, in ogni caso, limitativo. Mi rendo invisibile, pertanto, circoscrivendo la mia azione semplicemente a presentare uno dei suoi ultimi lavori editoriali di estremo interesse: “Viviana e i Gatti di Schrödinger”.
Il romanzo
Comunemente diremmo “il mondo è piccolo”: gli intrecci della vita sono molteplici diremmo per altre vie. Una storia fatta di intrecci, storie di vita apparentemente distanti si intersecano. Potremmo ancora dire che tutto ha un senso in questo mondo, il classico battito d’ali di farfalla che accade altrove può essere determinante qui e ora, dove viviamo noi. Un abile poliziotto, un’organizzazione criminale di rom, la mafia in Sicilia, e Viviana con un normale quotidiano nella capitale. Non solo: i normali rapporti di vita, gli amici, ma anche la persona che potremmo incontrare sul treno. Un filo, sottile ma reale, mette in relazione una serie di fatti disparati ma legati l’uno all’altro come non potremmo immaginare.
Viviana
Viviana, la protagonista, una vita come quella che potrebbe essere la nostra o di uno dei nostri figli. Ha vissuto l’educazione dei genitori, i comuni condizionamenti indotti nei figli riguardo a ciò che è bene e ciò che è male. E come accade a chiunque, al pari di come è accaduto nelle nostre vite, Viviana vive le abitudini, i rapporti, guarda il mondo attorno a sé, secondo le prospettive cui siamo abituati. Può accadere di voler capire di più, può accadere che un battito d’ali ci richiami un senso ancor più aderente alla realtà. E può accadere che ci viene voglia di “squarciare il cielo finto sopra di noi”. C’è una cultura del “buono” e del “giusto”, una cultura del finto moderato che in realtà maschera una dittatura culturale che ci suggerisce continuamente come leggere il nostro presente, ma anche il nostro passato sociale, secondo quella lettura che conviene, va bene al sistema, in qualunque posto del mondo ci troviamo. Ci sentiamo liberi e veri, ma se guardiamo con un pizzico di attenzione in più, ci riscopriamo dentro un labirinto dove sussistono le verità preconfezionate, quelle pronte all’uso e che possano accompagnarci indenni per tutta l’esistenza, “secondo le regole”.
I Gatti di Schrödinger
Basta poco per vedere di più, per accorgersi per esempio che le interazioni e le connessioni fra l’uno e l’altro non sono esclusivamente quelle materiali, fatti di cose e prestazioni. I sentimenti, ad esempio, esistono, anche se a questi ultimi non possiamo attribuire alcuna forma e incidono molto di più di tanto altro. Pietro de Angelis ci accompagna nella possibilità di una crescita coscienziale: Spesso diventiamo pigri rispetto a noi stessi. Ci abituiamo a vederci semplicemente sulla base di quel ruolo che ci siamo dati in seno alla società in cui siamo immersi. Ci abituiamo a quest’immagine, costruita sulla base dei condizionamenti più comuni. Nulla altro di noi, nonostante quel disagio interiore che ci porterebbe un po’ più in là. Aderiamo a quelle caratteristiche che ci siamo dati. Le personalità, i ruoli, servono solo per darci una dimensione in questo spazio sociale; ci danno un senso, ma solo dentro il quadro più generale che il sistema vuole. Di conseguenza diamo seguito ai soli bisogni indotti; che pilotano, pertanto, la nostra corsa dentro il mega labirinto, lasciandoci credere di scegliere. Finiamo col restare fedeli a quell’immagine, il condizionamento sociale ci viene imposto senza che ce ne accorgiamo.
La realtà
Basta poco, si diceva, basta poco perché i fatti del mondo ci appaiano come ce li mostrano. Siamo ormai disabituati a letture diverse da quelle che ci porgono. Può un super poliziotto essere incriminato per favoreggiamento? Perché no. Basta costruire pochi indizi e gettare la notizia sui social. Essa si propaga e varia in maniera massiccia la visione, al di là della verità stessa delle circostanze. Sono gli effetti dei condizionamenti. I processi mentali si attivano in base ad uno stimolo solito, senza che la persona si accorga più dell’attivarsi automatico del processo. Essi sono intimamente connessi alla personalità ospitante, al ruolo preconfezionato che la società ci ha fatto scegliere. Una crescita coscienziale per imparare a evolverci rispetto al ruolo sociale. Siamo noi, siamo veri. La società ci induce a percorsi mentali per tenerci ad un livello di coscienza basso. Sarebbe possibile la crescita verso livelli di coscienza più alti, i bisogni materiali si diradano, si diventa meno ancorati a quelle materialità inutili, ovvero a quelle spinte commerciali e piscologiche che alimentano il sistema stesso.
https://m.youtube.com/watch?v=QjZUw3-3904
https://m.youtube.com/watch?v=Ig3S2YxqCns
https://m.youtube.com/watch?v=9DH334NxPVo
Non dico oltre. Immergetevi se vorrete, nella storia. Pietro si preannuncia con una promessa: “Dopo, sarà impossibile continuare ad avere la stessa visione del mondo”.