Vincent Lambert e’ salvo. La Corte d’Appello di Parigi ordina la ripresa delle cure per Vincent Lambert, accogliendo il ricorso presentato dai genitori, dopo che erano stati respinti i ricorsi e interrotta ieri l’alimentazione e l’idratazione. Da oggi, pertanto, riprendono le cure, evitando (almeno per un periodo di sei mesi, secondo il provvedimento) quello che poteva risultare una vera e propria condanna a morte priva di fondamento.
Cambio di rotta
Oggi, non mi soffermerò ad analizzare cosa ha spinto per una inversione di rotta rispetto alle decisioni che avevano segnato il destino di questa persona. Oggi, importa che quella che suonava come un’esecuzione sia stata fermata.
Respingere riduzioni dell’umano
La vita è un diritto inviolabile e inalienabile. Dalle vicende di Vincent Lambert è il caso di riaffermare una sonora fermezza nel diniego ai tentativi di subordinare il diritto alla vita alla legge degli uomini. Qualunque vita, incondizionatamente.
Deresponsabilizzazione
Nel giorno della ripresa delle cure a Vincent Lambert, eroe che si è contrapposto alle ipocrisie di una sistema rivelatosi asettico, appare opportuno riflettere sulle inerzie e i silenzi delle istituzioni, incapaci di atti di autentica umanità. Stupiscono le parole del Presidente della Repubblica francese Macron, angosciato per il fatto che in Francia “si possa decidere in maniera arbitraria della morte di un cittadino”, ma che nel suo paese “non c’è spazio per l’arbitrio”; pertanto, lo stesso ha dichiarato: “Non devo immischiarmi nella decisione di sanità e di diritto che è stata presa nel caso di Vincent Lambert.” Ponzio Pilato, di fronte a Macron, perde il suo primato in materia di capacità di deresponsabilizzarsi.
Uno sguardo umano
Oggi, guardo le istituzioni e mi domando cosa devono garantire. Che deleghe abbiamo dato a queste sovrastrutture che ormai vivono di vita propria e a coloro che impersonano le cariche? Quali capacità richiediamo a costoro, sempre più spesso ingessati rispetto agli atti di responsabilità, e privi di quegli strumenti interiori che delineerebbero, senza indugi, comportamenti rivolti all’umano piuttosto che alla macchinosa burocrazia?
Quali atti
La vicenda di Vincent Lambert è divenuta occasione per ribadire il diritto alla vita. Ma è stato anche un casuale momento per vedere in azione (o meglio nella NON AZIONE) molti politici e persone con ruoli chiave nelle istituzioni. Non ho visto molti di essi strapparsi le vesti ad intervenire in questa vicenda, al pari di come accade in altre circostanze. In un periodo in cui si fa a gara a tutelare i cosiddetti diritti umani (di ogni tipo), sconvolge il disinteresse verso quest’uomo, quasi destinato alla morte. Mi domando, per quanto valga la mia singola posizione da cittadino, quali siano i criteri che si scelgono nell’affidare, tramite il voto, le proprie deleghe per governarci. Mi chiedo se ciascuno di noi ponga la giusta attenzione nello scandagliare le doti morali di coloro che si propongono nella guida della società attuale.
Scala evolutiva?
In altro articolo (A lezione di bugie) mi ero posto la domanda se come uomini eravamo sempre al gradino più alto della scala evolutiva. Avevo risposto di si, confidando, in generale, nella capacità di cambiare rotta. Oggi, per fortuna, abbiamo assistito ad un’inversione rispetto ad una nefasta decisione.
Ma mi chiedo: Ne sono sempre tutti capaci?
Saluti amletici dalla “corda pazza”