Una delle prime cose che si impara nel linguaggio e nella grammatica della propria lingua è l’uso dei pronomi personali. Finora tutto è stato facile. Io, tu, egli, noi, voi, essi non crea alcun disagio. Nuove problematiche sorgono con l’uso del lui/lei e degli equivalenti gli/le. Stesse problematiche in ogni altra lingua, ovviamente.
Brighton
Il Comune di Brighton, in Gran Bretagna, si è mosso per superare questo problema divenuto prioritario nelle politiche dei vari paesi. Pare che l’identificazione sbagliata possa offendere. E nessuno di noi vuole offendere qualcuno. Per ovviare alla cosa, a Brighton, gli allievi delle scuole superiori indosseranno dei cerchietti di metallo colorati in cui sarà scritto il pronome da usare per riferirsi a ciascuno di loro.
Identità
Pare che l’identità di genere non dipenda più dal sesso riscontrato alla nascita. Piuttosto, “da come ci si sente”. Potrebbe accadere che un giorno ci si senta in un modo e il successivo in un altro. Sono ignorante e lo ammetto con estrema umiltà. Pertanto, ho cercato di documentarmi sulla materia. In casi come questi, pare che la definizione corretta sia genderfluid.
La problematica è davvero seria. Persino il social più noto nel mondo si è dovuto adeguare. E non lo ha fatto in maniera superficiale. All’iscrizione, alla voce “sesso” ci sono ben 58 possibili opzioni, molte delle quali davvero difficili da interpretare anche per gli addetti alla materia umana.
Il Caso di Caroline Farrow
In Gran Bretagna, la questione arriva a toni davvero drammatici. La giornalista Caroline Farrow è stata denunciata per avere scritto su Twitter il pronome “sbagliato” nel descrivere una ragazza transgender. Chiamata dalla polizia britannica a chiarire la vicenda, la giornalista ha chiarito di avere usato il pronome “lui” rispetto al figlio dell’attivista Susie Green che si era sottoposto ad un intervento chirurgico per il cambio di sesso, in quanto essa non è prevista in Gran Bretagna fino alla maggiore età. Pare, infatti, che il ragazzo di nome Jack abbia iniziato a 12 anni la terapia per bloccare lo sviluppo ormonale e poi sia andato in Tailandia per effettuare l’intervento chirurgico di riassegnazione. Esso però rimane illegale nel paese in cui normalmente risiede.
Relativismo
Il relativismo non mi trova d’accordo (vedi articoli Apologia della verità, Guardando la morte). Dal pensiero che considera vano il tentativo dell’uomo di pervenire alla verità assoluta in quanto si ritiene impossibile attingere ad una realtà oggettiva, si è andati oltre. Io attingo ad una visione capovolta, una Verità rivelata. Rispetto l’approccio altrui, semplicemente mi dispiace vedere compiere sforzi titanici che lasciano la persona senza risposta, come in mezzo ad una nebbia.
Riflessi sulla vita
Non si parla di filosofia, non è pura speculazione che non porta a nulla. Qui si parla di vita quotidiana, concreta. Come mi comporto, su quali basi fondo la mia moralità? Sulla norma dello Stato in cui vivo? Magari altri stati hanno norme “più morali”. Il relativismo puro mi impedisce le scelte se non sulla base del caso, o del sentore del momento.
Soggettivizzazione
L’estremizzazione del relativismo ha condotto oggi a questo. Conta come mi sento. Persino nell’identità di genere. Lo ripeto e lo sottolineo: persino nell’identità di genere!!!! Secondo questo approccio, ciascuno non può più sapere neppure chi è. Lo decide al momento, appena si sveglia la mattino decide se è uomo, donna, oppure una delle altre 56 caratteristiche opzionali che lo studio accurato di Facebook ha dovuto individuare.
Il reale
Questo approccio annulla il reale diverso da quello percepito. Come dire, il mondo esiste secondo ciò che sento; pertanto sono libero di comportarmi secondo la mia percezione del momento, la quale è molto instabile e variabile.
Effetti di relativizzazione e soggettivizzazione
Voglio seguire un filone logico razionale: In tal modo, non ha più motivo di esistere la norma statuaria. I giudici del pensiero unico in Italia si regolano già così. Per la medesima tipologia di reato (per esempio efferato omicidio volontario con aggravante dei futili motivi) si passa da un giudice che commina la pena dell’ergastolo (secondo la legge) ad altri che prevedono solo otto anni perché il ragazzo extracomunitario va rieducato.
Razzismo relativo
Razzismo significa disprezzare una razza, qualunque essa sia. Nel mondo del relativismo occorre stare attenti: è razzismo qualunque atteggiamento, seppur cauto, rivolto verso una persona proveniente da un mondo diverso da quello occidentale. Diventa “disagio psichico” derivante dalla politica governativa se a uccidere è un marocchino che uccide un bianco…solo perché è bianco!
Consiglio
Fate attenzione per il futuro, cominciando proprio dall’uso dei pronomi adeguati. Ho scelto il mio, il 59esimo genere che vorrò proporre a Facebook: Ho scelto la mia spilla identificativa: d’ora in avanti rivolgetevi a me chiamandomi “alien”, perché se sulla terra si è arrivati a questo,…
io mi sento extraterrestre.