Uno più uno fa tutto: non siamo nel mondo del definito, in quella ferrea logica matematica in cui quadra ogni cosa. Piuttosto siamo in quell’ambito a cui pure la matematica tende, perché all’infinito si incontrano tutti i numeri, tutte le rette parallele finiranno finalmente coll’incontrarsi. Passato Sanremo, ci avviciniamo a San Valentino e il tema dell’amore continua ad essere sulla ribalta.
L’amore Sanremese
L’amore cantato nei secoli, accompagna la storia dell’umanità ed ogni volta questa incontenibile forza trova parole diverse che ne descrivono un aspetto.
Francesco Gabbani
Gabbani ce lo ha raccontato così:“[..] Anime purissime in sporchissimi difetti, fragili combinazioni tra ragione ed emozioni, solitudini e condivisioni; ma se dovessimo spiegare in pochissime parole, il complesso meccanismo che governa l’armonia del nostro amore, basterebbe solamente dire senza starci troppo a ragionare, che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa.” Non occorrono definizioni complicate, c’è l’essenziale: senza starci troppo a ragionare, mi fai stare bene quando sto male e viceversa. L’amore è reciprocità.
Diodato
Il vincitore di quest’edizione, rimarca le nostre umane fragilità ma anche la contestuale intuizione che esse sono ben poca cosa rispetto al vuoto di quell’assenza: “Ma capisco che, per quanto io fugga, torno sempre a te, che fai rumore qui, [..] che non lo posso sopportare questo silenzio innaturale, e non ne voglio fare a meno oramai di quel bellissimo rumore che fai.”
Tosca
L’amore terreno attraversa il tempo in cui emergono le nostre trasformazioni. E l’amore è tante cose, è la carnalità, questa faccia e queste ossa, ma è anche altro, indefinibile che si sposta in luoghi in cui è ogni altra cosa: “Se è vero che il tempo ci rincorre, oggi sono questa faccia questa carne e queste ossa, le sento ancora addosso le tue mani che mi spostano più in là dove si vive solo di uno sguardo. È tardi, si spegne la candela è sempre troppo tardi per chi non tornerà [..] E come sempre nei tuoi occhi, la mia casa. Se tu mi chiedi in questa vita cosa ho fatto, io ti rispondo ho amato, ho amato tutto.”
Cantico dei cantici
[..] perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! [..]. L’amore attraversa la carne, è fatto di carne e contempla il desiderio e l’attesa di una fusione per sempre.
Gli eroi del quotidiano
Il tempo che passa e le nostre umane fragilità non sono nemici dell’amore; sono piuttosto l’occasione di una continua riconferma nel quotidiano, nella complicità dei sacrifici, rinunce, bisogni, nei cambiamento del tempo: ogni giorno, l’io s’uccide per rinascere nel noi.
Nella festa di San Valentino, festeggiamo non il romantico, ma gli eroi epici del quotidiano, quelli per i quali uno più uno fa tutto.