“Chi è bravo ad inventar scuse, difficilmente sa fare qualcos’altro”. Cosi recita un vecchio adagio. Conte e Gualtieri, da loro abbiamo avuto finora tante chiacchiere e rimbalzi di colpe. Ma la verità emerge. Siamo di fronte ad un muro che crolla.
Chiacchiere
Oggi di chiacchiere ne vorrò fare poche. Bastano quelle con le quali ci ammorbano ogni giorno. Basta bugie, se ne sono sentite troppe. Dal governo o dall’UE, solo chiacchiere e belle parole. Fatti, neppure pochi, addirittura nessuno. Una miriade di Decreti, “Cura Italia” o altro, per costatare che, obbedienti, si è rinunciato alle proprie libertà personali, per un bene superiore. Dall’altro lato, da quello delle istituzioni, solo inviti a fare i bravi, promesse sul “nessuno sarà lasciato da solo”, ma il dato di fatto è che soli lo siamo per davvero.
Cassa integrazione e Bonus autonomi
Autonomi e dipendenti non hanno visto un solo centesimo dal giorno del “Lockdown”. Ci piace parlare inglese, quando il concetto nudo e crudo è che siamo stati rinchiusi, privati del lavoro e adesso anche della dignità. Con cosa dovrebbero sostenersi i singoli, dato che dalle istituzioni non arriva nulla?
Lavoratori
Nessun migliore sorte per i lavoratori (che siano regolari o in nero). Al di là di ogni promessa da decreto, si leggono di chiusure senza stipendio per decine di migliaia di persone nel mondo, non ultimo il colosso Disney che lascia a piedi, nei soli Stati Uniti, più di 70.000 dipendenti.
Esperienza londinese
Checché se ne possa dire, dal giorno dopo il “Lockdown” (loro si che possono usare questo termine), per quanto in ritardo sia stato adottato, i lavoratori hanno ricevuto l’ottanta per cento dello stipendio e le aziende l’ottanta per cento del fatturato dell’anno precedente. Ripeto: il giorno dopo, ovvero i fatti che viaggiano più veloci delle parole.
Liquidità
Le aziende, piccole o grandi che siano, hanno immediato bisogno di liquidità, ma se si prova a chiamare una qualsivoglia banca ci si sente rispondere che si attendono le istruzioni attuative. Anche lì solo chiacchiere. Tutto questo dimostra che Conte e Gualtieri attendono istruzioni dalla sovrana UE, che di fatto non dispone neppure quei soldi in forma di prestiti.
MES
Quella dei prestiti UE sarebbe un discorso a parte. In una fase emergenziale, in cui crolla tutto il tessuto imprenditoriale italiano, occorrerebbe immettere liquidità a fondo perduto. Tanto, a recuperarli sotto forma di tasse sarebbe poi un’abitudine tutta italiana. Ma il denaro non arriva sotto nessuna forma, neppure sotto forma di prestiti. Cosa si aspetta? All’impiccato più stringi la corda attorno al collo, meno sarebbe disposto a blaterare pur di salvarsi. L’UE ci sta stringendo il cappio. Fare aspettare gli italiani, che siano singoli o imprese, è solo strategia per costringere alla resa definitiva e per sempre. Perché, senza tanti giri di parole, si tratta di questo: svendere adesso senza che le generazioni future abbiano il tempo di metterci becco.
Manovre Montiane
Le “lacrime e sangue” furono volute da Monti per risanare un’economia italiana tutta da rivedere. “Per il bene dei nostri figli” ,dicevano a sinistra, per giustificare le scelte scellerate di costringerci dentro un’Europa che lentamente ha iniziato il soffocamento. Un decennio a versare sia le une che le altre. Adesso, la stessa voce che voleva il bene dei nostri figli, rade al suolo un intero sistema economico. A loro non rimane nulla, solo debiti. Null’altro su cui discutere.
Un muro che crolla
Il muro delle bugie è ormai più che crollato. Le verità, più che evidenti. “La bugia e l’inganno hanno sempre una data di scadenza e alla fine tutto si scopre. Nel frattempo la fiducia muore per sempre”, dice un altro adagio. La fiducia verso governanti che dicono una cosa e ne fanno tutt’altra, è finita.
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Lockdown
Lo ribadisco, ci hanno convinti a rinchiuderci per il nostro bene. Da soli ci siamo chiusi la porta alle spalle, convinti che il nostro paese, nel frattempo, non ci avrebbe affamato. Guai a circolare senza giustificato motivo. Gli unici sopra la legge, al soliti, ONG e immigrati clandestini. Loro arrivano, sbarcano, stanno e qualche politico osa persino distinguere la disparità di trattamento fra un centro ed un altro. Il ministro Lamorgese “finge” di chiudere i porti e poi aggira la norma.
Loro, dicono, scappano, dalla guerra. Qui, invece, di questo passo, ci sarà ben presto. Aria di rivoluzione…
Una corda pazza
Rosario Galatioto