Triumvirato, ovvero “tres vir”, tre persone, tre leader che pariteticamente stanno al vertice di un’organizzazione e ne determinano le sorti. Ci sono esperienze recenti sotto i nostri occhi? Ciascuno si guardi attorno ed esprima la risposta che preferisce. Sta di fatto, secondo le statistiche riguardanti la storia dell’umanità, che i triumvirati non sono destinati a durare a lungo.
Troika
La troika esprime qualcosa di simile: più precisamente, si tratta di un comitato costituito da tre persone, piuttosto che di una vera e propria alleanza. Nei paesi comunisti, questo termine identifica la struttura di potere quando non è concentrata nelle mani di una sola persona: come dire che anziché manifestarsi in una forma esplicita di dittatura, il governo di uno stato si estrinseca attraverso il capo del Partito unico, il capo del governo ed infine il capo dello Stato. Che poi le tre figure siano strettamente connesse fra di loro, non importa; la finalità permane la stessa. Dominare, eliminando ogni possibile tentativo di dissidenza.
Troika europea
Nell’Unione Europea, si accenna al medesimo concetto giacché i tre presidenti (il predecessore, l’attuale, e il successore) collaborano nelle decisioni più importanti. A parte, la vera e propria troika europea è costituita dalla concentrazione di poteri nelle mani di tre organismi (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Commissione Europea) che unitamente controllano di fatto tutta l’economia, in barba all’autodeterminazione degli stati, concetto ormai inesistente.
Antica Roma
Il primo triumvirato nella storia repubblicana dell’antica Roma riguarda le figure di Cesare, Crasso e Pompeo. Cosa accadde? Crasso e Pompeo, già consoli, non riuscivano a fidarsi del tutto l’uno dell’altro. Antipatie personali e rivalità temendo che l’altro potesse fargli le scarpe, portarono i due a non addivenire ad una vera e propria alleanza. Fu Cesare, già grande amico di Crasso, a saper vedere più lontano. Quest’ultimo non aveva ancora raggiunto il prestigio politico dei due, per quanto avesse già avuto modo di dimostrare il suo genio come condottiero e statista. Abilmente, Cesare fu l’uomo che riuscì a fare stare assieme i due antagonisti. Se da un lato era già amico di Crasso, cementificò il rapporto con l’altro dandogli in sposa la propria figlia Giulia. Il triumvirato che con gli accordi di Lucca divennero ufficializzati continuò a funzionare per la mediazione di Cesare fra i due. Questo aspetto assume una rilevanza attuale molto pregna di significato: Crasso e Pompeo erano già i veri politici, ma da soli non sarebbero riusciti a “governare”. L’elemento che fece decollare le cose, permettendo ai tre (cosa impossibile ai due) di dominare in maniera totale la politica di Roma per oltre un decennio, fu Cesare, l’uomo ambizioso che seppe lavorare in sordina, la “non star” del momento.
Il genio
La genialità di Cesare si è rivelata nell’aver saputo costruire la trama. Risultato? Oggi la parola “Cesare” è sinonimo di imperatore, la carica massima. La morte di Crasso in battaglia, il voltafaccia di Pompeo rimasto a Roma, mentre Cesare era impegnato in Gallia, il decesso accidentale della figlia Giulia, e la decisione di portare avanti l’ambizione più elevata, permisero a Cesare di scalare il potere fino a far di sé stesso l’imperatore dei romani.
Aspetti della politica
E’ indubbio che la pratica del “voltagabbana” esiste in politica dai tempi dei tempi. Pompeo non ci pensa due volte a mettersi contro il suocero. In seguito, il figlio (o figliastro) Bruto sarà, contro di lui, congiuratore e assassino.
Il ricordo nella storia
Cosa ricorda la storia di questi atti? Se di Cesare ricordiamo l’abilità politica, la grandezza come condottiero, persino il coraggio di non sottostare al palese sopruso del traditore (ponendosi, per giustizia, contro lo stesso Senato che, per i “giochi di palazzo”, lo aveva scalzato), degli altri si ricorda la viltà e il tradimento. Già, la propria ascesa la si costruisce con lealtà coraggio e dignità. Senza essi, le abili mediazioni non sono destinate né a durare né ad essere ricordate.
Un mio amico napoletano oggi mi dice: “Giocati il 71, mi raccomando”. “Perché?” dico io. “Fidati; proprio oggi, ti devi giocare il 71, omm’ ‘e merda.”
Una “corda pazza” storica