Tra mediazione e verità
Tra mediazione e verità: Non credo che ci sia spazio. Tengo conto e non dimentico la mia condizione di peccatore. La distanza fra il mio modo di essere, le mie azioni e la Croce possono variare, possono dipendere da me, certamente, e soprattutto dalla Grazia salvifica di Dio. Quella croce, quello è un fatto incontrovertibile. Poteva sembrare un dire presuntuoso se non fosse che è la Verità: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Mica chiacchiere.
Un fatto
E’ un fatto, ce ne si può distaccare, ma non ci sono mediazioni riguardo a questa netta affermazione. Per un cristiano, la via è Cristo, è attraverso quella croce e quella, quella sola è la Verità. Peraltro, per definizione stessa di verità, essa non può che essere una sola. O si riconosce oppure nulla. Ribadito ciò, e credo che sia un fondamento pacifico del credo cristiano, sussiste l’Amore verso il prossimo, il rispetto in ogni caso.
Il dialogo
E’ un abitudine e credo sia un fatto educativo: dialogare non significa rinunciare alla propria identità e a ciò che ontologicamente mi costituisce. Dialogo è volontà di confronto, apertura e disponibilità. Amare il prossimo non comporta assecondare qualcosa che non mi identifica. Il rispetto non è ipocritamente far finta che si possa trovare una via di mezzo. Detto ciò, non so chi presso la Santa Sede abbia avuto voglia di scegliere questo logo. Per portare il cristianesimo non era necessario, a mio avviso (ma è il mio personalissimo punto di vista), unificare i simboli. Una mezzaluna che ingloba una croce stilizzata e multicolore? Sembra quasi che tutto debba diventare un logo arcobaleno. Mi chiedo: dialogo interreligioso che significa? Che si parla di quale sia la Verità? O che mediamo per una via di mezzo, per qualcosa che accontenti tutti, cosi smettiamo di litigare? Uhm, non credo. Ma è il mio personale parere.