«Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni!», esclamò Frodo. «Anch’io», annuì Gandalf, «Come d’altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato.» (J.R.R. Tolkien da “Il Signore degli Anelli”)
Time
“Scorrono via i momenti che rendono un giorno noioso. Sciupi e sprechi le ore in modo insolito, tirando calci a un pezzo di terra nella tua città natale aspettando qualcuno o qualcosa che ti mostri la via. Stanco di vivere al sole, resti a casa a guardare la pioggia. Sei giovane e la vita è lunga e c’è tempo da ammazzare oggi. E poi un giorno scopri che ti sei lasciato dietro dieci anni. Nessuno ti ha detto quando correre, hai perso lo sparo della partenza.” [..] (“Time”, Pink Floyd 1973)
https://m.youtube.com/watch?v=JwYX52BP2Sk
La scatola del tempo
“M. abbassò la tendina e si allontanò senza una parola. Diede una sommaria spolverata al laboratorio sul retro, tolse qualche truciolo di legno e, come tutti i giorni, appoggiò una mano sulla macchina che riempiva le scatole, le accarezzò, fece un lungo sospiro e disse malinconicamente rivolto ad essa: «Fai del bene o fai del male?» (”La scatola del tempo”, Luca Frediani)
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Il nostro tempo
Suona la sveglia, stand up, bollitore sul fuoco, caffettiera, succo di limone. Ci alterniamo in bagno, uno dei due accende la tv per le prime notizie del tg che poi sono uguali a quelle della tarda sera di prima. Le notizie, averle sempre aggiornate, ci dà l’illusione di cavalcare il tempo, “quella semplice scansione degli eventi”direbbe il mio amico Pietro, “l’illusione di un prima e di un dopo” nell’unità del “Primo Motore Immobile”. Corriamo, macchina, lavoro, macchina, spesa, casa. Sali, scendi, fare tanto oppure fare tutto, fa stare bene, fa sentire “a posto” nel labirinto in cui ci hanno ficcato come topolini inconsapevoli (“La corsa del topo”, Lauzier), basta essere nel percorso, topi o pecore, non importa.
Viviana e i Gatti di Schrödinger
Oggi
Ore 05.42. Plin! un messaggio. «Chi è?» dalla voce assonnata al mio fianco. Un messaggio, una sveglia interiore che suona prima o dentro la corsa nel tempo odierno: mi ricorda di recitare una preghiera.
L’illusione, quel nuovo umanesimo
Non siamo onnipotenti, il richiamo dall’infinitesimo, l’impercettibile virus che ci lancia un monito. Crolla l’arroganza di autodeterminarsi. Non scegliamo, «Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato.»