Rosario Galatioto
Passati tanti anni, posso reincontrare Rosario Galatioto (l’artista), mio cugino omonimo. Dopo le innumerevoli esposizioni in Francia, e poi a Ginevra, Londra, Oxford, Bristol, Tokyo e molti altri luoghi ancora, nonché la presenza della sua arte nelle collezioni private disseminate per il mondo, finalmente le sue opere approdano in Italia, luogo da cui ha origine la sua famiglia. Lo ha materialmente accolto lo Spazio Atelier “Grigio Esclamativo” a Torino (a cura di Anna Rita Rossi e Simona Renata Fassone) in cui le sue opere permarranno per tre settimane e dove hanno incontrato il grande favore della critica nelle splendide parole di Vittorio Raschetti.
Territori
“Paesaggi e sotto-mondi sotterranei, terre sprofondate sotto il livello del mare, sospinte nella quasi oscurità, sospese nel buio, ma non nell’oblìo del colore che assorbe tutta la luce senza disperderla.” Così ha esordito il critico d’arte Vittorio Raschetti nel presentare l’arte di Rosario Galatioto. E ancora: “La pittura dell’artista nasce dalla certezza della forza primaria del segno, dell’irriducibile ostinazione della pittura per poi intingersi nel dubbioso rappresentare un campo di emissioni di intensità o invece una dissipazione dell’energia ne misteri insondabili della rarefazione della forma.”
La forza e l’appartenenza
Il momento dell’incontro con l’artista (Rosario Galatioto incontra Rosario Galatioto!) è stato diverso dal momento della visita della galleria che abbiamo potuto visitare grazie alla gentile accoglienza della gallerista Anna Rita Rossi (“Anna Je reste Anna”). Questo ci ha consentito di percepire quel mondo anche attraverso i risvolti emozionali esterni al nostro rapporto di parentela. Ciò che colpisce, d’impatto, è la forza interiore che le sue opere trasmettono: la potenza espressiva in assenza di linguaggio fatto di parole, giunge allo spettatore e non richiede spiegazioni. La sua appartenenza è forte: i territori fanno parte della comunicazione.
Linguaggio
Un linguaggio sembra precedere il tempo degli uomini e che riguarda ogni tempo a venire, senza alcuna presunzione di giudicare la percezione stessa. L’altro aspetto che traspare, è l’intensa appartenenza al territorio: tanto essa è forte che lascia emergere una percezione dei luoghi quasi come proveniente da un’interiorità. Rosario Galatioto vive il luogo, lo abita, quei territori sono suoi, se ne percepisce ogni essenza. Poi, lo ritrasmette a ciascuno di noi, attraverso la conoscenza dei materiali e dei colori. Ogni cromatismo esprime paesaggi come letti, nel profondo, dall’anima.
Il mare e il cielo
I luoghi diventano viaggi dell’interiore attraverso percorsi non più fisici ma al tempo stesso colmi di concretezza. Mare e cielo diventano una distinzione non più necessaria in un viaggio emozionale dentro le sfumature cromatiche. Tutto sembra ritornare ad una unitarietà di cui non abbiamo memoria ma che riconosciamo come facente parte di sé.
Arte morale
Ho sentito una grande profondità nelle rappresentazioni di Rosario Galatioto, un’arte che ci riporta come ad un’origine di tutto, che condensa significati che leggono il nostro io. Le molteplicità di sfumature cromatiche, la non linearità e ogni sovrapposizione di materiali manifestano l’unicità complessa di ogni vita che ritrova il proprio senso nel tutt’uno rappresentato dall’artista. Come già accaduto in altri cicli artistici, Rosario Galatioto esprime una profonda umanità nella sua inarrestabile ricerca dell’Essenza.