Tutte le sigle sindacali hanno esultato ieri per aver firmato il nuovo contratto dei metalmeccanici. Non sono un sindacalista e neppure un appartenente alla categoria dei metalmeccanici. Pertanto, non entrerò nel merito dei tecnicismi, ma da persona comune riscontro il finto trionfalismo che grava sulla pelle dei lavoratori.
Sole24ore
Il titolone del Sole24ore recita “Lavoro, intesa sul nuovo contratto dei metalmeccanici: aumento medio di 112 euro”, un titolo contraddittorio che, pur attenendosi alla verità, nasconde la verità. La beffa si coglie se si legge il contenuto del contratto. Ecco la prima: 112 euro per i minimi al quinto livello, mentre solo 100 euro al terzo (un livello più basso), come a dire “aumentiamo di più ai livelli più alti e meno ai più bassi”, ovvero si incrementa ulteriormente il divario. Ma non è tutto: l’aumento non da subito (pochi, maledetti e subito, direbbe il noto proverbio), ma a tranches e a partire da giugno 2021, come a dire “oggi lo abbiamo firmato ma vi teniamo ancora così”. prima tranches di soli 25 euro (lordi) a giugno 2021 e così via per i successivi tre anni.
Ipocrisia sindacale
A far due calcoli significa che a metà di quest’anno verranno erogati un netto di circa 15 euro e occorrerà aspettare giugno del 2022 per un ulteriore aumento di 15 euro netti fino all’ultima tranche del 2024. In sintesi, un contratto scaduto già nel 2019 trova un rinnovo da elemosina dopo due anni senza coprire il “buco”. I sindacati si affrettano a precisare che l’aumento equivale “al doppio dell’inflazione”. Qui voglio entrare nel merito dato che è la precisazione che, ancor più dei fatti, offende. Nel calcolare l’inflazione, l’Istat ci ha abituati (correttamente) a guardare l’aumento medio dei prezzi di un paniere di beni di più vasto consumo. È pacifico che l’aumento medio dei prezzi sia quello indicato ma MAI NESSUNO sottolinea quanto pesi realmente sul bilancio di un tipo di famiglia rispetto ad un’altra di livello sociale superiore.
Conti della serva
Il livello retributivo più basso dei metalmeccanici è di poco superiore a 1300 euro. Immaginiamo una famiglia “media “composta da 4 persone, monoreddito e in affitto in una città di medie dimensioni. Mi astengo da commentare e lascio immaginare se 15 euro netti di aumento nel secondo semestre del 2021 possano davvero migliorare la vita anche se, nei calcoli Istat, rappresentano un aumento pari al doppio del tasso di inflazione. La sola assicurazione dell’auto, in barba al paniere dei beni Istat, aumenta di anno in anno più di quei 15 euro. Ma se non bastasse, nella vita comune di qualunque famiglia, un imprevisto (un piccolo danno all’auto, o semplicemente qualche medicina o visita medica in più) presentano un costo di gran lunga superiore alle elemosine ottenute dai sindacati.
Proclami da élites
Annunciare pomposamente un aumento di 112 euro è cosa ben diversa da un aumento di 25 euro lordi l’anno (di cui nel primo soltanto a partire dal secondo semestre). L’aumento riguardante il terzo livello si concretizza in un maggior introito netto di 1440 euro in QUATTRO ANNI! Diverso da un aumento lordo immediato di 112 euro al mese che avrebbero comportato, al netto, ben 3600 euro. Tutto ciò senza considerare il buco di due anni “saltato” che grava sulla pelle dei lavoratori.
Bugie
I contratti, un tempo, venivano rinnovati, di norma, ogni due anni. In questo caso, accade che:
- si saltano due anni senza prevedere di colmarli “a posteriori”;
- viene stabilito un contratto per ben quattro anni senza il relativo REALE contenuto economico;
- contratto con erogazione a singhiozzo, spalmata su un periodo molto lungo (quattro anni);
- il contratto blocca la possibilità di altro rinnovo contrattuale giacché questo ha una durata pari al doppio di quella corretta;
- Ipotizzerei già oggi che prima del prossimo contratto ci sarà un vuoto di altri due anni (facendo si che fra un contratto e l’altro passino non meno di sei anni).
Gioite dunque, sindacalisti, ricordando che state state gioendo sulla pelle dei lavoratori. Ma da che parte state veramente?