Cosa c’entra il mondo dei soldi e della finanza con la religiosità? Nulla, in realtà. Eppure, oggi emerge una strana religiosità bancaria.
La situazione
Siamo in un difficile periodo. Le aziende fanno salti mortali per far quadrare i conti in un periodo in cui tutto il sistema è bloccato. Manca ancora la liquidità per far fronte ai pagamenti dovuti (merce ordinata, tasse, stipendi, ecc) e a tutto questo si aggiunge una improvvisa religiosità degli istituti bancari. «Non si possono effettuare bonifici da qui al 14 aprile.» Questa la risposta laconica di un istituto bancario stamattina. Come mai? «Ma oggi e domani sono Giovedì e Venerdì santo!»
Strane spiegazioni
“Date a Cesare quel che è di Cesare” aveva risposto Gesù, come a dire che in ogni caso il dovuto (che sia tributo, salario o pagamento di una merce) rimane dovuto, ovvero rimane un dovere morale a prescindere da tutto. Perché allora un istituto bancario dovrebbe inibire la possibilità di effettuare i pagamenti? Un fenomeno del genere non si verifica neppure nel periodo natalizio dove si lavora fino al 24 e si riprende in ogni caso il 26. Nel caso di oggi, si è inteso bloccare ogni passaggio di denaro dal 09 al 14, ovvero per ben cinque giorni!
Laicità
Lo Stato e il mondo della finanza sono notoriamente laici. Il tempio delle banche sono le Borse Valori e l’unico dio che riconoscono e’ il denaro. Alla finanza importa la propria salvaguardia, non gli esseri umani ne’ tantomeno la religiosità. A Bruxelles sono tutti impegnati a difendere interessi non vite umane.
Analisi del contesto
In una situazione quale quella attuale, solo se le aziende che ne hanno la possibilità effettuano con maggiore solerzia i pagamenti dovuti, il sistema corre quel minimo minor rischio di incepparsi e generare drammaticità.
Soluzioni
In questo momento occorrerebbero solo due cose immediate: che la BCE smetta di cincischiare e ponga a disposizione delle banche la liquidità necessaria e che le banche agiscano di conseguenza. Solo così potrebbe essere alleggerita una situazione già più che difficile.
Per una Pasqua un pizzico più serena, che ciascuno svolga la propria parte.