Siri e Alexa (ma anche il degno compagno Echo di Google) sono tra le più grandi “pettegole” di questo ventunesimo secolo.
Solo intelligenza artificiale?
No, affatto. Moltissimi (io stesso per molto tempo) pensano che si tratti di un essere inanimato a cui chiedere ogni tanto qualcosa. Due precisazioni vanno effettuate, due aspetti importanti che fanno davvero la differenza.
Sempre attivi
Siri, Alexa, Echo e similari ascoltano, registrano e trasmettono, anche quando non sono coinvolti direttamente. In pratica, anche quando lo smartphone è poggiato sul tavolino o su una mensola, queste intelligenze artificiali afferrano ogni suono che arriva loro, che siano dialoghi, sospiri, o conversazioni particolarmente riservate.
Controllo umano
Di per se, la prima precisazione basta e avanza per decidere di disattivare questi strumenti. La seconda fornisce la spinta definitiva. Riguardo agli smart speaker siamo propensi a pensare che da soli elaborano le informazioni. In realtà la componente umana in un sistema di machine learning resta ad oggi fondamentale. In pratica, ci sono “addetti ai lavori umani” che spiegano e addestrano le intelligenze artificiali. Per farlo, queste persone ascoltano conversazioni e analizzano milioni di dati che tutti noi forniamo loro.
Grande fratello
Ad una idea simile c’era arrivata persino l’immaginazione di Orwell in 1984. Nel contesto immaginario di quel romanzo distopico, la tv, obbligatoriamente istallata in ogni casa, fungeva sia da “occhio” sia da interfaccia sonora per ascoltare e impartire ordini diretti. Winston, per un solo attimo di pura libertà, era costretto a rannicchiarsi in un piccolo angolo cieco del piccolo appartamento e trattenere il fiato.
Privacy
La vita sociale “urbana” di questo specifico periodo storico dell’umanità risulta caratterizzata da quasi totale assenza di privacy. Le nostre vite si svolgono con:
– monitoraggio di ogni movimento esterno da parte delle telecamere pubbliche per motivi di sicurezza;
– tracciabilita’ del denaro in entrata e uscita dai nostri conti, attraverso l’uso massivo dei pagamenti elettronici;
– registrazione e archiviazione di ogni nostro momento (foto digitali) e di una grande quantità di pensieri e attività che lasciamo confluire nei social.
Tristi momenti per i criminali di ogni specie, ma altrettanto tristi per ciascuno di noi.
Universo web
Il più grande investimento delle grandi multinazionali è stato far sì che ogni nostro comportamento potesse essere da noi stessi “consegnato” nel grande contenitore che è il web. Sembrerebbe un immenso luogo anonimo; al contrario, questo “mostro virtuale” ha la capacità di individuarci in maniera molto dettagliata, conosce ogni nostra indole, abitudine, difetto; traccia e sospinge i nostri comportamenti e pensieri secondo gli interessi del sistema. L’unicità di ogni essere umano ormai trasformata in utilità: siamo davvero sicuri di voler concedere anche l’ulteriore residuo del nostro privato?
Vi faccio una confidenza: io ho disattivato Siri. A mai più, cari subdoli ascoltatori dei fatti miei.