Parliamo di un potere nuovo al passo coi tempi: Sesto potere
Quarto potere
Nel 1941 Orson Welles/Kane pronunciava in “Quarto potere”: “Io sono un’autorità su come far pensare la gente”.
Quinto potere
Salto in avanti: Nel 1976, in “Quinto potere”, Peter Finch/Howard Beale ci ricorda che “La tv può creare o distruggere presidenti, papi, primi ministri. La tv è la più spaventosa, maledettissima forza di questo mondo senza Dio, e poveri noi se cadesse nelle mani degli uomini sbagliati. La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni e giocatori di calcio. Ammazzare la noia è il nostro mestiere. Quindi, se volete la verità andate da dio, dal vostro guru, andate dentro voi stessi, amici, perché quello è l’unico posto dove mai troverete la verità vera. Sapete, da noi non potrete mai ottenere la verità: vi diremo tutto quello che volete sentire mentendo senza vergogna […].
Sesto potere
Come disse qualcuno, il sesto potere odierno non è altro che la cacofonia di altri discorsi, il miscuglio fra i “si dice” dei giornali e tv con i tam tam del web. Cerbero, il mostro infernale, aveva, in fondo, meno teste di questo orrore virtuale. La polemica, il pettegolezzo, la frammentarizzazione di ogni informazione ad uso e consumo di chiunque voglia controllare qualcosa, qualsiasi cosa, un potere, una poltrona, anche solo aver ragione su un’idea. Il peggior totalitarismo mai visto, più avanti ancora di quanto immaginato da George Orwell.
1984
A lezione di Orwell contro l’autismo statalista
“L’ortodossia consiste nel non pensare – nel non aver bisogno di pensare. L’ortodossia è inconsapevolezza.” Nel romanzo di Orwell la psicopolizia persegue gli psicoreati ovvero la “possibilità” di avere pensieri scomodi al regime. Sembrerebbe roba da fantascienza e non lo stato attuale delle cose.
Notizie di cronaca
Apprendo oggi, e non mi meraviglio, che il noto giornalista, intellettuale, scrittore e filosofo Marcello Veneziani abbia avuto bloccato il suo profilo facebook per tre giorni come “punizione” per aver postato circa 14 mesi fa un articolo in cui compariva, fuori da qualsivoglia tema razzista, la parola “negro” riferita a tutt’altro. Nulla di strano, mi dico, fenomeni ormai consueti, e persino normalmente tollerati e ben accettati. Altro che distopia!
Accadimenti personali
La medesima cosa accadde solo pochi mesi alla donna con cui condivido la vita: l’aver messo come foto di profilo facebook, la foto del proprio padre, nel giorno del suo stesso compleanno, una normale foto in cui il genitore compare con la tuta di aviatore (senza alcun simbolo, senza mostrine o gradi, senza alcuna decorazione militare), le ha fatto comparire la scritta: “Questa funzione è temporaneamente bloccata, di recente hai pubblicato un contenuto che non rispetta la normativa di facebook”. Ad un’amica, il medesimo blocco nei tanti casi in cui il sistema individua parole ritenute nocive. La domanda rimane: nocivo a chi e a cosa? E in virtù di quale normativa?
La normativa italiana
La censura in Italia, potrebbe sussistere SOLAMENTE nei casi di “apologia del fascismo”, giacché per l’articolo 21 della Costituzione italiana “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni e censure.”
Distorsioni
Rimane la domanda: siamo certi di poter realmente esercitare la libera manifestazione del nostro pensiero? Rammentando, peraltro, che parole, scritti e ogni altro mezzo di diffusione, così come inteso dalla norma costituzionale, ha il senso di poter liberamente esternare il proprio sentire (nei limiti del buon costume, s’intende, è pacifico). Qualora questa libertà personale viene meno, potremmo serenamente asserire di essere dentro una finta democrazia, ovvero in una forma di totalitarismo.
A chi serve?
Siamo nell’era del sesto potere e serve a confondere, creare incertezze. Tutto può essere vero, o parzialmente vero o falso, tutto quanto contiene mezze verità o opinabili verità. Tutto è discutibile e ciascun atto di potere ha la sua possibile motivazione. Non farò esempi, non occorre.
Politically correct e privacy
Due concetti, questi ultimi, inventati ad hoc, contro ciascuno di noi, piuttosto che a tutela. Per privacy nessuno di noi ha più “diritto” di accedere ai suoi medesimi dati personali. Per il politically correct non si può più esprimere alcunché. Un modo ipocrita per tenere le bocche chiuse. Si tratta dell’estremizzazione della democrazia, ma è noto: gli estremi si ricongiungono come nel disegnare il cerchio. Pertanto, questo estremo sembra proprio congiungersi con la più subdola delle dittature oppressive, quella che domina senza che il singolo ne abbia più consapevolezza.
La via del Maestro
Non è una caso che Gesù Cristo avesse indicato la Verità in sé stesso e non nei concetti espressi. “Io sono la Via, la Verità e la Vita”, aveva ricordato ai suoi discepoli. Non concetti opinabili nel tempo o appositamente distorti.
Come in “Quinto potere”: “Se volete la verità, andate da Dio”. Per tutto il resto, il mondo rimane un grande palcoscenico.
Il ritorno della “corda pazza”
Rosario Galatioto