Dopo il post Quale sanità ho ricevuto diversi messaggi o telefonate in privato. Qualcuno ha sottolineato come i centri prenotazioni allargano le braccia e rispondono “a data da destinarsi” anche in caso di gravi patologie. Anche in casi più semplici (un’operazione di cataratta) l’attesa è di non meno di dieci/dodici mesi, a meno che di prevedere di farla a pagamento (tremila euro). Altri interventi più delicati comportano il “vendersi la casa”, come mi ha detto qualcuno altro. C’è una “malasanità” ottusa in determinati casi, ma anche il grande spirito di missione in altri. Allora il punto diventa la coscienza, qualunque sia la professione che si svolga. In questo caso, si domanda una sanità per l’umano.
La tutela del genere
Siamo nell’epoca della tutela del genere, quella in cui si sottilizza il rispetto di ogni identità percepita. Viviamo un periodo in cui si grida a gran voce la tutela per l’ambiente, il “Green” da salvare. Attraversiamo un periodo storico in cui ci si batte per la salvaguardia di ogni specie animale. Mi domando perché questo tipo di sensibilità sia messa da parte per il genere umano nella sua interezza, prima ancora della tutela dei singoli generi. Coloro che tanto gridano a gran voce contro le discriminazioni di qualsivoglia tipo, si girano allegramente dall’altra parte quando la sanità mondiale ci considera prodotti che possono arrivare a scadenza, che diventano obsoleti e che siano da buttare.
Quale sanità?
L’intera società del mondo dovrebbe tutelare la vita e la salute abbattendo prima di tutto ogni discriminazione economica. Una sanità efficiente per tutti, una sanità per l’umano. Una sanità che tiene conto di ogni patologia o disabilità e che si preoccupi che non ci sia una diversità sanitaria di trattamento. Oggi ci si offenderebbe per un “pronome” sbagliato ma non si agisce per una discriminazione economico sanitaria?
Provocazione
Qualche lettore ha colto nel segno: quella mia di ieri era una provocazione. La sanità resta uno di beni collettivi da tutelare ad ogni costo, ovvero uno di quelli per i quali lo stato, come organizzazione di cittadini deve intervenire e garantire. Paghiamo, ogni cittadino paga (e non poco). Pagando ulteriormente si dovrebbe accedere a qualcosa di eccellente da un punto di servizi collaterali ma NON a qualcosa di “differente” in ambito strettamente sanitario.
L’infernale burocrazia
Facciamo i conti con l’organizzazione e la burocrazia. Vengono fuori statistiche e report dove l’umano diventa numero. Caso come quello di Lambert (Omicidio di stato) diventano “normali”. La soppressione o disattivazione dell’essere umano “poco valido” diventa persino etico. Al pari, il poter scegliere a qualunque livello su una nascita, diventa accettabile. “La diversità abile” o “l’opportunità” diventa la discriminante che può scegliere tra vita e morte.
Non occorre essere per forza Stephen Hawking, John Nash o Alex Zanardi per essere ritenuti meritevoli di vita e adeguate cure mediche. Ogni essere umano in qualunque angolo del mondo merita la medesima tutela: una sanità per l’umano.