Ringraziamenti
Cari amici, ovunque voi siate adesso, vi porgo stasera una riflessione.
Un’autocritica, se preferite.
Meglio ancora, delle scuse.
E’ vero, si trascorre un tempo, a volte ripiegati su sé stessi, meno propensi ad alzare gli occhi o prestare attenzione.
Poi ci si abitua e va bene così.
Va bene con chiunque, diventa un modo quotidiano, una impostazione consueta.
A volte le citazioni sono odiose, ma chiedo scusa anche per questo. Stasera ne farò qualcuna, musicale almeno, per risultare meno sgradevole.
“Another Brick in the wall”, si, ciascuno di noi, smarrito sul proprio sistema egocentrico (tranquilli, parlo di me), si riduce nel subdolo impegno di costruire, mettere mattoni su mattoni, per edificare un muro attorno a sé.
Avevano intuito bene i Pink Floyd, tante singole spiccatissime individualità ricurve su sé stessi, automi del sistema, automi nel sistema.
“Non ho tempo!” è la considerazione più pronunciata, quasi uno status symbol, persino sfigato chi se ne concede.
Ho ascoltato di recente dal vivo “I treni per Tozeur” (Battiato, Alice) per commuovermi alle parole “…e per un istante ritorna la voglia di vivere ad un’altra velocità”.
“Maria, seduta ai piedi del Signore, ascoltava le sue parole, Marta invece era distolta per i molti altri servizi” (Luca 10, 40-42).
Ebbe (amo il passato remoto) una ottima intuizione un mio amico quando cantò “Inseguo una lumaca…son felice!” (Maurizio Rastelletti, Inseguo una lumaca).
Me ne dolgo, oggi, me ne dolgo per tutte le volte che non ho avuto tempo, per quando non mi sono fermato ad ascoltare ciascuna persona.
Me ne dolgo perché, come disse qualcun altro “La vita è adesso”.
Aggiungo: adesso e qui, mica chissà quando e altrove!
Pertanto rivolgo un grazie a quelli che me lo ricordano, a tutti coloro che vogliono avere ancora tempo, voglia di ascoltare e condividere.
Darsi la mano, darsi una mano, rimane un buon punto di ripartenza.
Grazie a ciascuno di voi.