Ragnatele burocratiche
Di qualcosa ciascuno di noi morirà. Di questi tempi piangiamo circa un migliaio di persone al giorno che vengono a mancare, una tragedia per tantissime famiglie italiane. Di questi tempi si muore per un virus ma su questo, si innesca un’altra filiera di tragedie. Se non si muore per questa malattia, si rischia di non sopravvivere per tutto ciò che essa sta determinando. E lo sfondo di questo tragico contesto sono le ragnatele burocratiche.
Le raccomandazioni
Le raccomandazioni sono di stare a casa, sospendere tutto. Bene, in un modo o nell’altro, lo si sta facendo. Esco per dovere di lavoro e in effetti, ad inizio e fine turno, non trovo anima viva in giro, segno che la collettività è incanalata sulla via del giudizio. silenziosamente si accetta e sopporta questo stop, qualunque ne sia il costo.
Sommersi
Già in tutto ciò siamo rimasti sopraffatti da una miriade di complicazioni burocratiche (elenchi di Codici Ateco, moduli di autocertificazione che cambiano, ecc.). E poi? Al di là di tutto questo cosa c’è? Promesse, solo quelle. Di fatto, non è ancora nulla in atto su come far fronte alla sopravvivenza da un punto di vita pratico. Governo italiano da una parte e UE dall’altra, non pensano che la sopravvivenza passa dalle cure ma anche dal poter acquistare il cibo, tout court. Altro che stabilire se corsetta si o corsetta no.
Produzioni autoctone
Viste le difficoltà di reperire ciò che occorre si parla di “favorire” le produzioni nazionali. Bene, peccato che per farlo il pachiderma burocratico italiano preveda sempre tempi e difficoltà insormontabili visto che gli uffici pubblici sono chiusi o lavorano a rilento. Insomma, all’atto pratico, se una persona volesse mettersi a produrre mascherine perché non ha più un lavoro in un altro settore, riuscire a farlo non è così semplice. L’Italia è un paese invischiato nelle ragnatele burocratiche come pochi altri paesi al mondo. Se anche la ripresa dovesse passare da lì, non abbiamo purtroppo mai attuato quello snellimento tanto auspicato da svariati governi.
Le associazioni
Le uniche realtà ad avere le mani meno legate sono le associazioni, realtà che in Italia, si sono sempre comportate borderline, ai limiti del lecito giacché molte di esse camuffano attività vere e proprie. Ma capita qualcosa di scandaloso anche in questo contesto.
Controlli antitrust
Senza approfondire il caso, viene fuori che i controlli antitrust (perché poi effettuare controlli antitrust se non c’è un trust, per definizione?) cercano di fare le pulci sulle donazioni dirette effettuate per fronteggiare l’emergenza coronavirus, se non passano per le associazioni. Come dire, se le gestiscono le associazioni “nel solito modo”, allora va bene; se invece sono effettuate in maniera diretta ai vari enti ospedalieri, si deve analizzare la provenienza del denaro e il corretto impiego senza che vi siano favoritismi, raccomandazioni o mazzette varie.
Una seconda mafia
Per tanto tempo si è finito di cercare la mafia solo in certi ambiti, come se il mondo dalla facciata pulita non potesse avere magagne. Questo si è fatto credere. Una grossa fetta del paese era già disinvischiata perché serviva così.
Il tessuto produttivo italiano, invece, tartassiamolo e riduciamolo alla fame. Facilitiamo così l’ultimo anello della catena: le acquisizioni estere.
Rosario Galatioto
Il balletto delle disposizioni