Prodezze da sindaci
Prodezze da sindaci: L’attenzione al sociale, ovvero alla società in cui viviamo, in cui io stesso vivo, mi porta ad osservare ciò che accade e a descriverlo secondi il mio punto di vista. Qualcuno, non contento, mi ricorda che questo è fare politica. Rispondo: eh no! Potrebbero essere, se si vuole, argomenti che interessano la politica o che dovrebbero interessare i politici. Ma ogni singolo individuo manifesta liberamente pensieri. Far politica, in realtà, è fregiarsi di un simbolo di partito, far proseliti, ricoprire cariche elettive, o cosi via dicendo. Qui, invece, in questo piccolo spazio, si riflette, si fanno considerazioni, giuste o sbagliate, piacevoli o meno che siano, ma rimangono confinate nella sfera del dibattito o confronto delle idee o pareri.
Il cittadino
Il cittadino osserva, analizza i fatti che accadono attorno a sé stesso, li commenta, si fa una idea, sviluppa un convincimento, partecipa in tal modo alle attività della “civitas”, senza per questo “fare politica”. Ma questo può disturbare, per certe élites è proprio fastidioso. Sembra che il popolo debba rimanere confinato nella sfera dei non pensanti o di coloro che non possono comprendere, figuriamoci “dire la propria”. Parlare di fatti sociali è certamente politica, ma non rientra nelle attività politiche in senso stretto.
Riscontrare o subire?
Ci ritroviamo ad attraversare il noto Viale della Regione Siciliana di Palermo nel primo pomeriggio del 1 gennaio di quest’anno. Città deserta, tutti ancora con le gambe sotto il tavolo, probabilmente. La velocità del nostro mezzo è comunque bassa, siamo rilassati e procediamo senza fretta. Apprendiamo che non era così, almeno stante ai nuovi limiti di velocità. Questo mi comporta una sanzione amministrativa di centoottanta euro e tre punti sulla patente di guida: secondo il Codice della Strada, sono un pirata della strada.
Stesso percorso
Ci ritroviamo ad aprile a transitare nel medesimo luogo e prestiamo molta attenzione: osserviamo ogni limite e mi impunto per rispettarli: il limite passa da 70 all’ora a 30 all’improvviso. Faccio presente che percorrere una via di scorrimento a trenta all’ora pare impossibile. Eppure lo faccio, rispetto il 30 all’ora, il 50, il 70, il 40, secondo le scriteriate scelte di chi ha posto quei limiti che balzano da una velocità massima all’altra senza aver fatto la prova di ciò che succede. Gli autovelox ovviamente non sono in ogni punto, ma io voglio essere un automobilista ligio al mio dovere, quasi per espiare la colpa precedente. Mi suonano, blocco la circolazione ma so di aver ragione: ho rispettato ogni limite, ma questo non significa aver garantito la sicurezza stradale. Un buon regalo ai cittadini del Sindaco Leoluca Orlando, o forse un buon modo di far cassa secondo un criterio vessatorio: facile risanare bilanci in rosso in questo modo, soprattutto se ricordiamo che le autovetture istituzionali vengono “giustificate” per le infrazioni al codice.
Beppe Sala, Sindaco di Milano
Passano i mesi e me ne dimentico: apprendo che il grande vialone di ingresso a Milano da nord (via Fulvio Testi) dal dicembre 2017 presenta i medesimi autovelox trappola che fregarono al ritmo di 2000 multe al giorno i pendolari in ingresso nella grande città. Fiumi di multe che arrivarono ai poveri ignari lavoratori soltanto dopo aver commesso più volte l’infrazione. Ma 50 automobilisti decisero di impugnare la determina del Comune di Milano che dispose gli autovelox nascosti senza informazione preventiva.
La Cassazione
Si vuole qui ricordare la norma espressa più volte dalla Corte di Cassazione riguardo agli autovelox: La loro chiara visibilità è finalizzata a educare chi guida, allo scopo di limitare l’incidentalità. Al contrario, nei due casi esposti (ma anche nella miriade di casi che in tutto il territorio nazionale accadono ogni estate) più che preoccuparsi del bene sociale “sicurezza e salute”, i sindaci si preoccupano di denaro da estorcere.
Avviso estivo
Questa chiacchierata vuole essere educativa. Pertanto, da automobilista mi rivolgo ad ogni altro automobilista e invito chiunque a guidare con prudenza e attenzione (il 3 gennaio mattina ci siamo trovati a transitare da Milano sud poche ore dopo che era successo il mega incidente dovuto all’attraversamento di cinghiali sull’autostrada).
Il pericolo alla guida c’è ed è reale. Distanze di sicurezza, velocità commisurata alle condizioni atmosferiche e del manto stradale sono fondamentali, al pari della sicurezza di ogni dispositivo del mezzo che guidiamo.
Consiglio ai sindaci e politici
Questa chiacchierata vuole essere educativa per ogni sindaco d’Italia. Gli autovelox, in rispetto della normativa, DEVONO essere ben visibili da lontano, al pari delle pattuglie che effettuano controllo stradale. Non si deve mai costringere l’automobilista a frenate improvvise o manovre rischiose per sé o altri. TUTTE le autostrade italiane dovrebbero essere dotate di pannelli laterali di adeguata altezza che inibiscano l’ingresso accidentale di animali o persone.
Non so se questa è politica, di certo è SICUREZZA.
Buona guida dalla “corda pazza”.