Private Life è un film del 2018. Il tema riguarda una coppia uomo/donna che non riesce ad avere figli; pertanto provano simultaneamente le strade dell’adozione e dei donatori di ovuli.
Netflix
Una volta tanto constato che Netflix annovera fra le sue proposte un film equilibrato e non superficiale sul tema. Per una volta, niente temi LGBT spinti ad oltranza in faccia allo spettatore. E questo è il motivo per cui mi permetto di parlarne in questo blog. Una volta tanto, di questi tempi, ci si focalizza su una coppia uomo/donna. Per una volta, si affronta in maniera più umana il tema del desiderio di maternità/paternità. Per una volta, si parla di bassa fertilità mostrando ogni angolazione del problema.
Il film
Non è una commedia, né un dramma familiare, semplicemente la rappresentazione del percorso di una coppia nei tentativi di diventare genitori. Negli ultimi anni i media ci hanno bombardato di informazioni semplicistiche su come sia diventato facile, tramite la scienza medica moderna, superare ogni ostacolo; dall’altro lato, il solito mainstream voleva indicare nelle religioni l’unico limite da superare. Il film mostra al contrario tutto ciò che può incontrare una coppia nella realizzazione di un siffatto desiderio. Dalle lunghe attese, ai costi, gli spostamenti, le difficoltà psicologiche dentro la vita di coppia, gli effetti farmacologici e così via.
I personaggi
Ho apprezzato il taglio interiore dei personaggi (tutti quanti, nessuno escluso). Ciascuno di loro si pone di fronte al fatto con apertura ma senza per questo rinunciare ai limiti che può incontrare la propria coscienza personale. Attraversare questo tipo di problematiche non è mai semplice: le scelte e le possibilità non dipendono da un progresso delle scienze né da una pacchetto morale preimpostato. Esse dipendono dalla persona, dall’umano. Giusto o sbagliato, possibile o non possibile, derivano da un fatto coscienziale.
Il rispetto dell’essere umano
Il rispetto dell’essere umano, uomo o donna che sia, emerge in numerosi tratti del film. Si ritrova il rispetto dell’interiorità di ciascuno dentro alle situazioni concrete della vita, ma anche il rispetto delle scelte di ciascuno, pur mantenendo ferme le proprie posizioni. La regìa ha avuto l’accortezza di saper scrutare con dialoghi semplici i punti di vita diversificati dell’uomo e della donna.
Lasciatemelo dire, tutt’altra cosa dell’inqualificabile uscita di Matteo Renzi, “donna quindi troia”.
Rosario Galatioto