L’emarginazione del diverso rappresenta una costante di ogni tempo e luogo. Il “diverso” ripugna e viene tenuto lontano, meglio non vedere, non sapere, non percepire. In tempi di pandemia, abbiamo ricordato come un insignificante virus ha la potenza di scardinare una società. Lo si può isolare o far finta di niente, come fecero alcuni politici in un primo tempo; ma esso è realtà e ha una forza dirompente. Tempi di riflessione dunque. Qual’è il vero destabilizzatore per le classi medio alte di ogni luogo e tempo? La povertà, virus delle elites.
Cinematografia
Avevamo già visto “Joker”, meritevole di premiazioni per quella capacità di riportare alla ribalta un tema comune: gli emarginati, i diversi, gli esclusi che la società perbenista respinge e per i quali “non ci sono fondi”. Il malato, il disoccupato, il “diverso” nell’accezione edulcorata che preferiscono le “persone perbene”, ripugnano, sono un problema per il quale non sembra esserci più tempo, figuriamoci fondi per il loro sostegno. Sono un cancro da estirpare, quasi un virus da sconfiggere, mai persone da inglobare.
Parasite
Dopo l’acclamazione di Hollywood ci siamo incuriositi. Parasite, il film sud coreano pluripremiato, racconta in modo lineare, e a tratti cinico, il contrasto perenne fra povertà e classi agiate. Niente piagnistei romantico progressisti, niente povertà raccontata alla “Dickens” per strappare commozione. Il film mostra con semplice schiettezza l’adattamento consapevole ad uno stato di fatto immutabile. Ecco che i “poveri” si trasformano per necessità in “parassiti”.
Scarafaggi
I poveri sono rappresentati secondo la visione del ricco: sono immondi, al pari di come potrebbero apparirci gli scarafaggi. Come dice uno dei protagonisti, escono fuori a cercare ciò che serve loro quando c’è buio e poi, via negli anfratti quando arriva il primo raggio di sole. Una metafora già utilizzata da Kafka in “la Metamorfosi”, quando Gregor Samsa si risveglia scarafaggio e ripugna alla sua stessa famiglia.
Due livelli
Parasite, come Joker mostra senza sconti la realtà fatta di due livelli. Il mondo perbene, quello che conta, decide e ha diritti, vive nelle elevazioni; I poveri, come in parasite, negli scantinati, in ambienti stretti, maleodoranti o persino nascosti nei bunker sotterranei per sfuggire ai creditori.
La colpa
Far debiti per sopravvivere, per tenere in piedi un’attività produttiva, esistere in una società fatta di grovigli di norme e tasse che servono ad imbrigliare e tenere soggiogati i più sfortunati (o i più fessi), diventa la colpa dei poveri. Uno dei personaggi di parasite, dichiara che aveva “una magnifica pasticceria” e si deduce che sia fallita non per incapacità, ma proprio perché il sistema ti spreme e poi ti costringe a scomparire, o a vivere una vita da scarafaggio. Fra le righe del film, emerge come “l’elevato” non è più intelligente o più capace; semplicemente è nato in una classe sociale piuttosto che in un’altra.
I “diversi” sociali
“Tutti voi, il sistema che sa tutto e ci comanda, voi decidete cos è giusto o sbagliato allo stesso modo in cui decidete cosa fa ridere oppure no!”. Le parole di Arthur Fleck in “Joker” non lasciano spazio ad ambiguità di lettura circa il mondo marcio in cui viviamo.
Avvertimenti
Attenzione però, i reietti vivono nascosti, ma hanno imparato a sopravvivere. Gli scarafaggi, giusto per continuare sull’onda della stessa metafora, resistono a tante cose fra cui le radiazioni, si adattano e creano i loro nidi nei luoghi più lerci e umidi, vivono di residui e scarti; sono una specie che ha imparato l’arte delle sopravvivenza tramite l’adattamento. Ancora Arthur Fleck: “Credi che uomini come Thomas Wayne si chiedano cosa vuol dire essere uno come me? Essere una persona diversa da loro? Non lo fanno. Sono convinti che ce ne staremo lì seduti in silenzio come bravi bambini, che non ci trasformeremo in lupi mannari!” Per i ricchi, la povertà non è qualcosa di prioritario da risolvere, piuttosto occorre una disinfestazione, uno sterminio. La povertà puzza, dà fastidio, occorre cambiare aria, ripulire come se fosse malattia. Ma questa povertà, virus delle elites, potrebbe ribellarsi e fare tanto tanto danno.
I films del 2019 hanno lanciato l’avvertimento, la risata neurologica dei protagonisti ne è segno.