Niente di magico o esoterico, ma è noto, la parola, per come è pronunciata, i toni, il contesto, ma anche nei silenzi o intercalari, nell’argomentazione complessiva, e infine nel “non detto”, manifesta un potere enorme. Non è un caso, l’espressione biblica “E il Verbo si è fatto carne”. Pochi giorni fa, in una normale discussione, l’altro interlocutore, ad un certo punto, mi apostrofò dicendomi “non giochi con le parole”. Giuro, non giocavo affatto, né amo fare usi distorti dei vocaboli per piegarli al mio intento. Semplicemente, cerco di usarli il più possibile per il loro significato originario, li combino affinché la mia comunicazione sia chiara e efficace.
Giambi Leone
Sono fortunato, mi dico spesso, sono circondato da persone che hanno a cuore il linguaggio e la comunicazione nella sua essenza. Uno di questi è Giambi Leone, amico, autore, spesso qualificato editor in quanto abile curatore dei linguaggi altrui. inoltre, artista nel senso pieno del termine, musicista blues, maestro di armonica e mi fermo nel dire perché a volte le parole non riescono a contenere tutto e chi è saggio, lo sa bene.
Radice di un fluire
La sua ultima produzione, “Radice di un fluire”, è apparentemente la raccolta di 41 racconti “esistenziali”, ma in realtà è molto di più. Prendo in prestito alcune sue parole della quarta di copertina: “..uno specchio su cui riflettersi, il sali e scendi da una macchina del tempo per rivivere, sniffare, odorare, sentire sulla pelle e nell’anima, umori relegati nei meandri dell’oblio. Un flusso di riappropriazione esistenziale di un tempo perso nell’infinito sovrapporsi delle esigenze. Tre stadi dell’essere, schizzi di vita, momenti evanescenti, irrazionali, riflessioni, risate, leggerezza e drammi. bambino, ragazzo, adulto. Tre stagioni in attesa dell’inverno che fa già sentire i suoi passi.”
Cos’è la vita
Attraverso frammenti della sua, Giambi ci mette abilmente di fronte alla vita di ciascuno. Un susseguirsi di fatti, azioni, errori, incespichi, slanci e riflessioni che hanno il solo fine di tentare risposte a quell’unica domanda sulla vita mentre la viviamo. Siamo costantemente come su un treno in corsa e cerchiamo continuamente l’equilibrio giusto tra il fare e il riflettere.
Lirica
Se la parola “lirica” è accettabile in riferimento alla narrativa, posso dire che nei racconti di Giambi ci sono momenti di pura lirica in connessione alle immagini di una vita che scorre e a cui non sfuggono i dettagli, come fossero fotogrammi di un film. E’ forse magia? No, è probabilmente frutto di una grande ricchezza interiore che non può che sgorgare attraverso un uso “esatto” delle parole, come se Giambi Leone avesse trovato la giusta chiave per trasformare la narrativa in poesia, lasciandola narrativa.
I 41 racconti
La domanda più superficiale che qualcuno potrebbe esprimere è: quale racconto preferisci? Non è possibile rispondere a questa domanda, tutti i racconti sono lì, come passaggi di vita, in cui un momento non è mai meno importante di un altro, a prescindere se sia leggero o di profonda riflessione. I racconti di Giambi sono come la vita stessa, scorrono uno dopo l’altro, e il senso sta proprio nell’insieme, e mai, dico mai, in un processo di meticolosa analisi come fosse una vivisezione.
Pertanto, buona lettura!
Rosario Galatioto