Politichese, linguaggio attraverso cui si esercita l’arte di far credere di dire tanto, senza dire nulla. Da qui i politicanti, ovvero coloro che manifestano di essere al servizio della gente, ma, al più, sono a servizio di sé stessi. I politicanti devo essere davvero bravi col politichese perché attraverso esso devono far acrobazie dialettiche per nascondere certe particolari doti quali egocentrismo, arroganza e ambizione.
Acrobazie dialettiche
Giochi da circo ma a volteggiare per aria sono i proclami fini a sé stessi. Elly Schlein, per esempio, è abile a mascherare i fatti, sostituendo le parole. L’aiuto militare all’Ucraina, tema molto discutibile, si trasforma in sostegno all’autodifesa mediante tutte le forme di assistenza necessarie. Come dire, il Parlamento italiano conferma un aiuto con il consenso anche del PD, il segretario si defila camminando su una linea ambigua di parole. La stessa cosa con la mascherata della maternità solidale che dovrebbe rendere più digeribile l’utero in affitto. Sullo scottante tema dell’immigrazione si aizzano le folle contro il governo, i morti in mare diventa per la sinistra prova che la politica della maggioranza è fallimentare. Dall’opposizione si tuona con paroloni, ovvero che certi problemi vanno risolti con più politica. Che significa? Da più di un decennio la sinistra è stata al governo e il problema c’è stato e permane. Slogan vuoti e niente fatti, questa è l’arte del politichese.
Il gergo
Cosa si consiglia a chi vuole avvicinarsi alla politica, una laurea forse in Scienze Politiche, studi di politologia? Niente affatto, c’è da imparare bene un certo gergo, imparare certi costrutti a memoria per non sbagliare nelle interviste. Per esempio, a ridosso di un incarico pubblico si dirà certamente che non ci si risparmia di fronte alla richiesta della società civile. Poi, bisogna saper rincarare la dose: c’è chi di fronte alle esigenze della società rimane indifferente, altri, come il politicante, si sacrifica e si spende per il bene del paese, rinunciando ad ore importanti da trascorrere con la famiglia. Che doti manifestare? Ovviamente competenza, concretezza e una capacità programmatica che sa individuare le priorità da affrontare. Il politicante deve sempre manifestare l’apertura al dialogo e deve voler condividere il proprio percorso con le forze positive del paese.
Retroscena
Quello che vedo sono manifesti dei politici a testa in giù, ottimo esempio di apertura e di dialogo con le altre forze in campo. Vedo problemi trasversalmente irrisolti da tempo, la solita politica del Gattopardo, cambiare tutto per non cambiare niente. Riguardo alla competenza, vedo da decenni ministeri occupati da politici occasionali senza lacuna competenza specifica nella materia, neppure la laurea nell’ambito d’azione. Concretezza? La non risoluzione delle questioni spiega esaurientemente che di concretezza non se ne vede mai. Capacità programmatica? Pure un bambino capisce i problemi, non ci vogliono esperti.
Dimenticavo l’ultimo degli slogan di successo: la politica come servizio. Gesù, molto concretamente, lavava i piedi ai discepoli.