Non che voglia essere sovversivo, ma neppure eccedere in fiducia e bontà. Lo Stato, l’organismo democratico che ci siamo dati, mostra, a mio avviso, qualche forma di inceppamento. Non che sia contrario all’idea di Stato. Anzi. a mal funzionare, o meglio, a non seguire le regole, sono le persone deputate a farlo. A questo punto lo Stato non è più un organismo che regola i rapporti fra i cittadini consociati; piuttosto assume le sembianze di uno dei tentacoli di un altro organismo virtualmente buono, ma guastatosi per le finalità arbitrarie distorte. L’Unione Europea, così facendo, ha assunto le sembianze di una grande piovra.
Progetto distorto
L’idea era corretta: un grande organismo sovranazionale, un’unità d’intenti, l’unificazione della moneta, l’unione bancaria, libera circolazione di merci, capitali, persone. I disegnini nelle scuole si sprecavano: tanti bambini stilizzati che si prendevano per mano per un grande girotondo. E giù temi per osannare questa gigantesca unità. Tutto in comune come una grande e solidale famiglia.
Peccato però..
Peccato però che non ci dissero tutta la verità: qualche politico di allora (mi astengo da fare nomi, ma basta leggere le interviste attuali) ammette oggi, che tutto questo si sapeva. Tutto era noto nella stanza dei bottoni. La fantastica unità era più paventata che realmente da realizzare. Figuriamoci se gli stati “forti” mettevano “solidalmente” tutto quanto in comune. Tutto serviva a rendere forte una moneta contro lo strapotere del dollaro, della sterlina, e dello yen. Il marco da solo era nulla.
Accadde..
Accadde allora che la moneta unica si fece, a scapito dei nostri redditi, dei nostri risparmi e delle nostre produzioni. Accadde che svendemmo, a nostra insaputa, ogni nostro poter d’acquisto nazionale, per rendere forte il fratellone maggiore di questa Europa. Tutti sull’altare sacrificale per favorire il rafforzamento di un’unica nazione. Già, questo non lo dissero.
L’Italia pre unione
L’Italia pre unione era un paese indebitato, ma un grande paese produttivo, ricco di ogni eccellenza. L’Italia vanta oggi il più grande patrimonio artistico del mondo, culla di pensiero, arte, e gusto. L’Italia era fatta da italiani capaci di far sacrifici per vedere la famiglia successiva, le generazioni future, crescere e stare meglio, progredire. Progresso era una parola con un senso concreto, molto reale. Essere progressista oggi, significa tutt’altro.
Il Mes
Il Meccanismo di stabilità era nato con giusti intenti. Stabilizzare le economie. Nasce dopo la grande bugia mai realizzata, quella di unificare davvero le economie dei paesi. Tutti i cittadini europei avrebbero dovuto avere garantito il medesimo standard qualitativo di vita, a parità di reddito, medesimi costi base, medesime opportunità lavorative. Nulla di tutto questo è stato mai compiuto. Pertanto via col Mes, la seconda grande bugia, quella per la quale, lo stato tedesco, lo stato finto magnanimo pre unione, pretende dagli altri ogni sacrificio per esaltare quella potenza, la sua, l’unica che faccia da parametro.
Il nuovo Mes
Il nuovo Mes appare come la bugia per eccellenza, quella in cui non si rivela che, come parte conclusiva del grande progetto truffa, i debiti “potrebbero” essere pagati in maniera concreta da ciascuno di noi. Il criterio? Se il paese chiede sostegno, allora l’Unione Europa si arroga il diritto di svalutare i titoli di stato. Per essere chiari: ha il diritto di stabilire unilateralmente che un pezzo di carta che io ho comprato 1000, vale 10. Sintesi: in un solo istante, si sono pagati i debiti statali, cambiando la cifra nominale del mio prestito allo Stato. Se io presto mille, DEVE valere sempre mille. Se non è più così, se si osa creare un siffatto meccanismo truffa, perché mai dovrei ancora prestare soldi allo Stato?
Non sono io sovversivo, piuttosto gli uomini al potere, definitivamente privi di scrupoli. Niente più etica: rimane solo la piovra europea.
Una corda pazza piena di sdegno.