Piccole storie ignobili
Oggi “appoggio” questo esordio sulla poetica di Francesco Guccini: “Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, così solita e banale come tante, che non merita nemmeno due colonne su un giornale o una musica o parole un po’ rimate, che non merita nemmeno l’ attenzione della gente, quante cose più importanti hanno da fare [..]”. https://www.youtube.com/watch?v=6W8ox6Jqc5g
Allora, se non meritano due colonne su alcuni giornali, dedichiamo almeno un pò di spazio in questo blog.
Badal Masih
Badal Masih è un bambino come tanti, come tanti nostri figli. Aveva undici anni; aveva perché è morto ucciso con sprangate di ferro alla testa per mano del padrone. Badal raccoglieva rifiuti in un paese del Pakistan per meno di 100 rupie al giorno (meno di 56 centesimi di euro). Badal ha chiesto al datore di lavoro un prestito di 180 rupie per sfamare la famiglia. Il padrone lo ha stuprato per non aver restituito subito il debito. Badal lo ha riferito alla madre che gli ha dato il denaro per onorare il dovuto. Ma Badal ha contestualmente comunicato che non avrebbe più lavorato per quell’uomo. Badal è morto davanti gli occhi della madre, corsa a cercare il figlio. Badal era cristiano, come la madre. Il padrone no.
storia di H
H è una bambina tolta alla famiglia di origine sin dalla nascita. Questo non è accaduto in Pakistan, ma in Italia. Nata da madre italiana di famiglia benestante e padre turco, l’intervento su H è progettato ancor prima della nascita. Una “capacità genitoriale” esaminata dal giudice ancor prima che i genitori diventassero tali. Roba da Matrix. Il solo sospetto che le capacità potessero rivelarsi inadeguate attiva la solerte azione del tribunale di Bologna che aveva “previsto tutto questo” (mi appoggio ancora a Guccini) “dati, cause e pretesto”.
Il caso
In effetti, per assurdo, la bambina nasce il 25 luglio, ma il 4 luglio l’assistente sociale aveva già messo in allerta il tribunale e, caso sconvolgente, il 10 luglio risulta già decretata l’adattabilità (errore materiale si giustifica adesso il giudice). La motivazione (inconsistente) è che la madre avesse disturbi psichiatrici. E il padre? Già, il padre per un certo filone progressista (neppure femminista), non conta.
Operazione “Glauco 3”
Trentotto fermi a Palermo, dopo la testimonianza agghiacciante di Nuredin Wehabrebi Atta, trafficante eritreo di organi umani. Chi non aveva i soldi per pagare gli scafisti veniva ucciso, gli venivano prelevati gli organi poi venduti ad alcuni mercanti d’organi egiziani.
Veri bisogni
Secondo un rapporto recente delle Nazioni Unite, 257 milioni di persone in Africa soffrono di denutrizione cronica. Non si può riuscire a nominarli a uno a uno.
La cultura dell’ultimo
Ma a chi interessa davvero? La Chiesa progressista di Papa Bergoglio si preoccupa solo dei migranti che sbarcano, Mons. Paglia è molto interessato all’abbattimento delle mura (altrui, non del Vaticano) e poco importa se in un intero continente si muore di fame. Facciamo qualche distinzione: la cultura dell’ultimo intesa come business finto umanitario che copre i piani di sovversione mondiale sono una cosa e interessa molto le persone a seguito di Soros: interessa Mons. Paglia, interessa Emma Bonino, Laura Boldrini, e ogni loro seguito. Interessa sindaci come Anne Hidalgo e Leoluca Orlando interessati a premiare chi fa il loro giochetto. Le reali problematiche degli ultimi, quelli veri, quelli interessano poco, non fanno notizia, sono piccole storie ignobili che non occorre raccontare, non aiuta lo scopo, intristiscono i radical chic.
Il disinteresse globale
Il disinteresse per le storie vere degli ultimi non interessa più di tanto una certa cultura. Non interessano le tragedie di molte famiglie a cui sono sottratti i figli ingiustamente. Appare più opportuno far quadrato e non “offendere” Andrea Carletti (sindaco di Bibbiano sospeso dal Prefetto), come sostiene il vice sindaco di Bibbiano Paola Tognoni a cui interessa il buon nome del comune, mica aiutare le vittime degli abusi. Non interessa al Papa progressista sanare gli abusi della Chiesa nel mondo, come tanto denunciato da Mons. Viganò a suo tempo.
Martiri
Non interessano i 257 milioni di africani che muoiono di fame, piuttosto occorre essere asserviti alla linea sorosiana. Non interessano neppure i martiri cristiani del mondo, ciascun martire intendo, al pari del piccolo Badal Masih, e le persecuzioni che i cattolici subiscono, non interessa chi la fede, quella genuina, la custodisce e la testimonia, nel proprio piccolo, ogni giorno di questa vita. Non interessa tutto ciò alla Chiesa di Bergoglio ma neppure all’Unione Europea e ancora meno alla Nazioni Unite.
La difesa della vita
Non interessa la cultura della vita, non interessa più a Papa Bergoglio, questo non rientra fra le priorità. Che importa se passa la cultura dell’inutile o se si traffica in esseri umani? Che importa se i cristiani difendono nel mondo il concetto di vita, che importa al Papa quando si parla di vita in generale, vita dei disabili, vita di ogni essere umano, ma non si parla della sola vita dei migranti economici che interessano Soros e la Bonino?
Disturbo alla libertà
Che importa se a battersi sia il movimento pro Life o il ricercatore Steven Jacobs che si è messo in gioco in prima persona? La scienza, i biologi hanno, senza dubbio affermato (nel 95% delle interviste condotte da questo ricercatore su 5.502 biologi del mondo) che la vita inizia dal concepimento, quando ovviamente due gameti si fondono insieme per dar vita ad un nuovo individuo. Che importa tutto questo se disturba il progressismo della Bonino che si dice fiera di far abortire o coloro che vedono la procreazione come un “disturbo” alla libertà? Queste storie riguardano i veri ultimi o coloro che una certa cultura considera “scarti della società”; nel caso degli aborti, neppure la qualifica di ultimi, è più semplice non considerarli neppure esseri viventi con diritto alla vita.
Tutto questo non c’entra con la “cultura dell’ultimo” elaborata dai radical chic. A loro, l’arrogante competenza di scegliere nel mazzo anche le ultime carte da gioco. Non era forse il due a briscola?
Una corda pazza, fieramente ultima.