«Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il Ministro dell’Interno interviene perché questo non avvenga. E non capisco cosa c’entri la Procura di Agrigento. Questo, dal punto di vista tecnico, al di là del lato politico. Tienilo per te; ma sbaglio?»
«No, hai ragione… Ma ora bisogna attaccarlo.»
A parlare tramite messaggistica non sono due amici qualunque, non si tratta di me e altra persona. I dialoghi sono avvenuti fra Paolo Auriemma, capo della Procura di Viterbo e l’ex leader dell’Associazione Nazionale magistrati Luca Palamara. Tacere ulteriormente sulla corruzione dilagante fra le toghe rosse italiane, è omertà, un’omertà indecente.
Giunta Associazione Nazionale Magistrati
Dopo le rilevazioni sul caso Palamara (gli atti relativi alle intercettazioni e alla messaggistica scritta e vocale), la maggiorparte dei componenti della giunta esecutiva dell’Associazione Nazionale Magistrati si è dimessa. Scandaloso scoprire che Palamara chattasse persino con il magistrato incaricato di indagare su di lui. A parte l’ovvia mancanza di deontologia e i reati connessi, per il giudice Luigi De Ficchy, dove sta la coscienza? Mentre tutti noi, persone comuni, ci domandiamo dove sta la giustizia?
Per non dimenticare
In quest’ultima settimana si sono intensificate le manifestazioni “per non dimenticare” il lavoro di eroi quali Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, rari eroi della nostra Repubblica ai quali veramente stava a cuore la giustizia. Mi domando se basta farsi vedere ad una delle tante manifestazioni antimafia per dire di fare davvero l’antimafia.
Il Presidente della Repubblica
La nostra Repubblica conferisce un ruolo molto spesso di rappresentanza al nostro Presidente della Repubblica. In realtà, egli ha vari incarichi da vertice. Senza stare a richiamarli tutti, egli è anche al vertice del Consiglio Superiore della Magistratura, ovvero dell’organo che garantisce l’autonomia dei magistrati ma che al contempo è l’organo che gestisce promozioni o sanzioni se un magistrato sbaglia, o peggio, si rivela corrotto. Cosa ha fatto finora il nostro Presidente della Repubblica, fratello di una vittima di mafia? Gli si dovrebbero rizzare i peli delle braccia non appena dovesse captare un cenno di corruzione negli organi dello Stato di cui è Presidente.
Durante questa settimana appena trascorsa, mio figlio, il maggiore, vedendo una trasmissione sulla mafia, mi chiedeva se la stessi vedendo anch’io. Crescere informati è importante, la coscienza civile è il primo importante step. Il successivo è il coraggio di dire, di denunciare, di non star zitti.
Come diceva Peppino Impastato, «La mafia uccide, il silenzio pure.» Tutto il resto è omertà indecente, soprattutto per i vertici.