Oggi è morto Vincent Lambert.
Papa Francesco
“Dio Padre accolga fra le sue braccia Vincent Lambert. Non costruiamo una civiltà che elimina le persone la cui vita riteniamo non sia più degna di essere vissuta. Ogni vita ha valore, sempre”.
Pensiero cattolico
Ogni vita è sacra in quanto essa è nelle mani di Dio Padre e Creatore che l’ha voluta e può toglierla secondo i suoi imperscrutabili piani. L’uomo riceve la vita da Dio, nessuno può violare questo dono prezioso, qualunque sia la circostanza. Inizio e fine dalle mani e nelle mani del Creatore.
Fatti
Non sono state “sospese le cure” nel caso di Vincent Lambert: questo accade se un essere vivente è sostenuto da un macchinario. Nel suo caso, egli è stato deprivato di cibo e acqua, elementi che necessitano a chiunque per vivere. Se si sospende la fornitura di cibo e acqua c’è una volontarietà peraltro crudele. E’ omicidio ed è compiuto infliggendo nuova sofferenza. Se anche si fosse trattato di costi, cosa peraltro assolutamente ingiustificabile, la famiglia li avrebbe sostenuti di propria tasca. A Vincent Lambert è stato tolto il diritto alla vita. Con esso è stato tolto il “diritto ad essere ammalati”, aprendo maglie di pensiero sul diritto di togliere la vita.
L’Arcivescovo Paglia
Manifesto il mio totale sdegno per le parole (esplicitamente e pubblicamente scritte) di Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia sulla Vita che si è riferito a questo caso parlando di “accanimento terapeutico” e di eutanasia. Addirittura, nell’articolo comparso ieri, 10 luglio 2019, su “Famiglia Cristiana”, si riferisce a sproposito, su ciò che disse il Papa il 16 novembre 2017 al convegno sul suicidio assistito dell’Associazione medica mondiale: “Papa Francesco ci ha peraltro ricordato che occorre evitare un indiscriminato prolungamento delle funzioni biologiche, perdendo di vista il bene integrale della persona”. Chi è colui che ha il diritto di valutare il bene integrale della persona? La distorsione concettuale operata riferendosi alle parole del Papa suona quasi blasfema. In altro punto del medesimo articolo scrive: “da una parte, il fatto che sono in gioco decisioni che riguardano la vita e la morte, rendendo conflittuale la definizione di chi ha titolo per operare tali scelte: la persona malata, i familiari, i medici, i giudici, dall’altra i mezzi sempre più potenti di cui dispone la medicina..[..].” Si ribadisce che nessuno può essere titolato a togliere il diritto alla vita. Non ci sono criteri di valutazione, dato che il bene integrale di ogni persona è essere amato e accudito fine alla fine naturale dei suoi giorni. E se anche fosse senza amore umano, ogni essere vivente ha un valore sacro per il suo Creatore che lo ama SEMPRE. Continua ancora. “Solo una più diffusa e profonda formazione delle coscienze potrà prepararci a decisioni così drammatiche e complesse”, ovvero, secondo il Paglia, si può arrivare a decidere di ammazzare se ci fanno un corso di saggezza come la sua?
http://www.vincenzopaglia.it/index.php/vincent-lambert-nel-dramma-il-conflitto-non-aiuta.html
La dignità secondo Paglia
Stupito dal pensiero espresso da colui a cui è stato conferito l’incarico di “Presidente della Pontificia Accademia sulla Vita”, sono andato a leggere qualcosa di più. Nel settembre del 2016 lo stesso Monsignore ha pubblicato un libro dal titolo “Sorella Morte, la dignità del vivere e morire” in cui egli sostiene che occorre allargare i propri orizzonti evitando gabbie ideologiche o ambigue urgenze legislative. Con l’esplosione di anziani nel mondo il problema, secondo Paglia, non è che l’eutanasia sia illegale ma che la chiedano in pochi. Pertanto, per Paglia, occorrerebbe rieducare le persone, anziani, medici che si oppongono, politici etici, ad affrettare la buona morte. Quindi, per Paglia, la fede religiosa dovrebbe incoraggiare le persone anziane ad affrettare la loro scomparsa in vista di un al di là eterno. Infine, sempre secondo lo stesso Paglia, “il rarefarsi della compagnia ai morenti è uno dei motivi del decadimento della dimensione umana del vivere.” Ciò dicendo, richiama a sostegno l’allontanamento di Gesù dagli apostoli prima della morte. In conclusione, egli auspica che occorre imparare a desiderare di morire quando si diventa “di peso”: sarebbe, a suo parere, il modo di vivere più dignitosamente. Peccato che questa visione che toglie ogni sacralità alla vita come dono di Dio, risulti “blasfema”, e in ogni caso contraria a ciò che ha espresso il Papa proprio oggi.
Nuovo Umanesimo
Paglia appartiene alla nuova corrente umanistica, pare, quella secondo cui bisogna avere il coraggio di porre accanto coscienza e legge, etica e diritto. Secondo la visione di Paglia (“La coscienza e la legge, ed Laterza), le leggi non devono ispirarsi verso “giusti criteri” stabiliti da un’etica umana, ma si devono adattare ai fatti che le richiedono. E’ la visione che giustifica, oggi, il diritto ad infrangere le norme tutte le volte che le si ritengono “ingiuste”. Secondo Paglia, occorre un patto che unisca credenti e non credenti nella difesa di valori condivisi. Tradotto in parole semplici, sembra che si dica che conterebbe solo il dialogo, trovare un punto di incontro, derogare al proprio credo. Continua Paglia nelle sue esternazioni sostenendo che la divisione fra credenti e non credenti è ormai un concetto vecchio, logoro, piuttosto occorre cercare nuove alleanze fra persone che scelgono il nuovo umanesimo. Ovvero, sono cattivi quelli che non rinunciano alla propria fede in Cristo e ad ogni valore che trova significato in Lui.
Oggi è morto Vincent Lambert: mi rifiuto di leggere altre considerazioni di paglia (lettera minuscola o maiuscola a piacimento, tanto è uguale).