Non entrerò ancora una volta nel merito delle questioni. La situazione economica del nostro paese (nonché dei vari paesi del mondo) è sotto gli occhi di tutti. Altrettanto evidente è l’approccio degli stati nel fronteggiare la grave situazione che segue la problematica pandemica. L’assenza dello Stato riporta la situazione a svariati decenni fa: diamo un nuovo potere a u Zù Tanu, le mafie ringraziano.
Approcci
L’australia, in cima ad ogni classifica, stanzia più dell’ottanta per cento del valore del PIL come spesa pubblica a fondo perduto per fronteggiare la crisi. Per la parte residua si affida alla garanzia sul credito e gli investimenti. Segue il Giappone con un buon 50% e 50%. Il Canada si spinge ad un 60 e 40 e in modo similare gli Stati Uniti. Altri paesi (Cina, Sudafrica, India, Messico) arrivano al 100% pur trattandosi di PIL inferiori. In Europa? La Germania, con la sua potenza di fuoco si dà da fare seppure la percentuale rimane bassa. In Italia, Francia e Spagna, briciole e finora solo in termini di annunci.
Il punto
Non credo che occorrano studi particolari per “leggere” come gestire l’emergenza. Peraltro, senza andare a verificare i prestigiosi titoli di studio vantati dai membri del nostro governo e da quelli di UE e BCE, sono certo che essi siano di livello. Eppure qualcosa non torna. Mario Draghi era stato di una chiarezza che non lasciava dubbi: immettere liquidità a fondo perduto. L’economia siamo noi, tutti quanti globalmente assieme. Non si tratta di prestiti o debiti fra i vari paesi. Piuttosto di innalzare momentaneamente la liquidità di ciascuno affinché si superi la fase critica e non si lasci “a piedi” nessuno. Non cambierebbero le leve di potere se effettuato in maniera proporzionale ai PIL.
Ipotesi
Perché non farlo allora? Perché tanta avarizia da parte delle persone a cui abbiamo delegato il controllo? Lagarde chiede scusa all’Italia e “promette”. Sul fronte “parole” siamo pieni. Per ogni giorno che passa, il peggioramento della situazione di ciascuna impresa è più che proporzionale. Eppure, le banche restano ancora imbrigliate e nella migliore delle ipotesi si parla di “briciole” a fondo perduto. A quest’idea, “loro” ci arrivano adesso e ancora in maniera “trattenuta”. Da questo blog, ho sempre sostenuto tanto, tantissimo e a fondo perduto. Per recuperare, ogni Stato si regolerà in ogni caso con le tasse in un momento successivo.
Monopoli
Cercherò di essere più chiaro ancora. Avete mai giocato a monopoli? Nel caso in cui vi siete arricchiti e ogni altro concorrente ha perso, il gioco finisce. Se invece voi continuate ad essere ricchi (ovvero non si cambiano le condizioni ante crisi) e aiutate ciascuno degli altri a continuare i giri sul tabellone, allora il gioco continua. A monopoli, il ricco se la gode a vedere gli altri in difficoltà, ma non potrebbe più godersela se il gioco finisce. Ecco il perché della necessità di liquidità nuova e a fondo perduto.
La realtà
Cosa accade invece nella realtà? Accade che le imprese chiudono i battenti (non una o poche ma tantissime). Ciò significa che lo Stato, nel prossimo anno vedrà crollare gli introiti IRPEF e non potrà alimentare più la sua “macchina amministrativa” e i “privilegi” della casta.
Nuovo potere a u Zù Tanu
C’è un’altra possibilità ancora peggiore. A parte un ovvio incremento della produzione in nero che confermerebbe un calo degli introiti IRPEF dello Stato, i produttori riapriranno d’imperio, si faranno prestare i soldi ad usura, si alimenterà ancora di più quel triste mercato della criminalità organizzata e delle mafie che riprenderanno il controllo dove lo stato è stato penosamente assente. Questo fenomeno varrà per imprenditori ma anche per i singoli.
E ciascuno riprenderà a “baciare”, riconoscente, la mano che lo lascia sopravvivere. Ancora un volta, «Cambiare tutto per non cambiare niente»: cit. Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo“.
Rosario Galatioto