Leggere Orwell e’ una cosa, vedere che accade sempre più e ai massimi livelli istituzionali, fa un certo effetto. La neolingua del Garante Costituzionale, ovvero del Presidente della Repubblica lasciano basiti: “Non si invochi la libertà per sottrarsi dalla vaccinazione, perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui, e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui”.
Il trucco verbale
Dove sta il trucco? Semplicemente nella premessa: in questo Stato democratico, le libertà sono ritenute INVIOLABILI dalla Costituzione. Il Presidente della Repubblica non è un imperatore che decide della vita (o della salute) dei suoi sudditi. Piuttosto è anche egli assoggettato alla medesima Costituzione, anzi ne dovrebbe essere il primo fedelissimo osservatore. Dalla più alta carica dello Stato ci si aspetta una grande prudenza nel parlare, un equilibrio, un’attenzione e una rigida osservanza dei precetti che egli rappresenta.
Elevati rischi
La frase infelice non e’ stata pronunciata davanti un bicchiere di rosso al bar ne’ dal solito avventore tuttologo. No, è stata detta in una occasione ufficiale dal Presidente della Repubblica. Il fatto e’ che “se lo dice il Presidente..”, sorge l’incidente costituzionale. Se lo si lascia passare, si aprono gravi maglie nella testa di ciascuno e nella collettività, primo tiepido scivolare nell’ammissione che “si può”. E invece no, NON SI PUÒ.
Procura di Torino
Dalle colonne de “La stampa” pare che la Procura di Torino abbia emesso un decreto di sequestro della chat Telegram “Basta dittatura” che nelle ultime settimane è diventata uno dei principali strumenti di comunicazione di alcuni gruppi no vax e no Green pass. La “probabile” motivazione sarebbe “l’istigazione a delinquere”. Mi domando, nel caso, a cosa si riferisca l’istigazione e verso quali reati. Anche in questo caso, per la grande massa di lettori, la neolingua ha “bollato” il fenomeno con gravi conseguenze interpretative: cosa ne scaturisce? Che essere non vaccinati o parlarne sarebbe da criminali.
Io e lui
Torniamo però al Garante. Fra me e il Presidente della Repubblica c’è un’enorme differenza, non fosse altro che per la carica ricoperta da lui. Ma c’è una cosa comune in questo Stato, entrambi siamo assoggettati al RISPETTO della Costituzione, base fondante di questa nostra società. Se viene meno questo presupposto, l’idea stessa di Stato va a farsi benedire, crolla, cessa di esistere secondo le sue stesse premesse. Se poi a “tradire” il precetto costituzionale non sia io ma .. il Presidente della Repubblica, ebbene la gravità diventa sostanziale.
Caro Presidente, io, la libertà non la invoco: in questo Stato, io la esercito.