All’inizio ci avevo creduto. Mi ricordo i temi a scuola, persino i concorsi scolastici sull’Unione Europea. Sembrava davvero una gran cosa. Oggi invece mi dico: Meglio la Merkel?
L’Euro
Nel 2001, l’arrivo dell’euro fu esaltante. Nel giro di poco si giunse alla parità con dollaro e poi ancora si realizzò quel tanto agognato superamento. Dopo le libere circolazioni, noi gente comune, si sperava nel livellamento dei salari come quello di ogni altro paese europeo. Un po’ come in America, d’altronde. Prezzi uguali per le merci, quindi salari uguali, non faceva un grinza.
Disillusione
Tutto questo non accadde e non capimmo perché. Abbiamo visto i prezzi delle merci raddoppiare da un giorno all’altro. «Accadrà anche alle nostre paghe.», dicevamo. Non accadde mai.
Patrimoniali
Passò un decennio, e le cose piuttosto che migliorare, si manifestarono decisamente drastiche. Venne a rivelarcelo a fine anno, il duo delle “lacrime e sangue”. Si presentarono in conferenza stampa, il truce Professor Monti e la commossa Elsa Fornero. “Per non essere guardati come un focolaio sospetto da parte dell’Europa.”, dicevano. Decreto salva stati si chiamò, guarda un po’ che similitudine. Applicarono un taglio pazzesco alle pensioni, e arrivò una patrimoniale sui beni immobili. Avevo appena comprato una seconda casa. Me ne pentii amaramente. Finiti in tempi del Silvio, finiti i condoni. Possedere qualcosa divenne cosa grave.
Inferiori
Poi, fu il periodo dell’inferiorità. «Abbiamo accumulato in decenni gravi squilibri.», dicevano ancora. Sempre a sanare. Ci fecero sentire come il popolo dei fannulloni, quelli che timbravano e si assentavano, quelli che evadevano, che sperperavano. Delinquenti.
Oggi
Chi siamo oggi? Siamo gli appestati e poi sempre quelli del debito pubblico alto, quelli che continuano a chiedere soldi. Da come ci raccontano, sembra che diamo un gran da fare ai nostri rappresentanti a Bruxelles. Pare che dobbiamo ringraziare Gentiloni, per aver tenuto le frontiere aperte in modo che continuasse ad arrivare il cibo nei supermercati. Pare che si debba un grazie anche a Conte e Gualtieri per quel gran da fare per i prestiti che devono arrivare. «Ma mica può essere sempre così, eh!», ci rimproverano da quel nord Europa. Noi, spendaccioni, da economia di sussistenza, chissà quale traffici faremo per fregarci i soldi.
Tempo di riflessione
«Un momento…», mi dico. Ma noi non siamo quelli delle eccellenze produttive che c’invidiano dal mondo? Cibo, vestiti, arte…Non siamo forse il bel paese? Materie prime forse no, ma di produzioni alimentari pere che ne abbiamo a bizzeffe!
MES o non MES
Mentre si azzera l’economia, nonostante le soluzioni di Draghi, l’unico ritornello noto a Bruxelles riguarda la parola “prestiti”. Così vuole la Merkel e così si farà. Niente soldi a fondo perduto, sembra una bestemmia. Una Merkel dalla memoria corta dimentica che ciò accadde anche per il suo paese: riduzione dei debiti di guerra nel 1953 e finanziamento europeo per la riunificazione delle Germanie nel 1989.
In Germania
Un mio amico che vive in Germania mi racconta che lì i soldi sono arrivati subito. E poi lì, se vogliono stampano moneta. La Merkel sì che spinge le attività produttive del suo paese! Le piccole e medie imprese con meno di cinque dipendenti hanno ricevuto un sussidio di 9.000 euro; quelle con almeno dieci dipendenti arrivano fino a 15.000. Nulla a che vedere con i sussidi da seicento o ottocento euro per gli autonomi italiani.
Quale strategia?
In un momento così delicato per la piccola e media impresa italiana, cominciano ad arrivare le offerte a ribasso. Criminalità e Paesi esteri propongono l’acquisto delle nostre attività a prezzi stracciati. Siamo arrivati al dunque.
Si resiste, certo. Mi domando alla fin fine se, fra le vane promesse dei nostri governanti e l’incombenza straniera, si andrà a finire ad un’annessione forzosa. Non è che alla fin fine sarebbe meglio la Merkel?