Ci giriamo attorno, ma di MES si tratterà. Il Presidente del Consiglio parla ancora di un meccanismo da snaturare, da rendere senza condizionalità, eccetera, quando il punto della questione è ormai tutt’altro. Pertanto, a mio avviso è proprio giunta l’ora della svolta.
UE
Mentre si discute, emerge un quadro inesorabile, chiaro a prescindere dalla pandemia, che però in queste circostanze si acuisce. Ogni stato del Nord Europa ha messo in campo almeno il quadruplo delle risorse che sta tentando di utilizzare l’Italia. Si tratta di una lenta asfissia economica. Moriamo di tutto, muoiono i nostri affetti, muore la nostra economia, nella lenta morsa in cui ci stringe la Germania. l’UE, attendista per ordini della Germania, cincischia, aspetta, valuta operazioni. Ma pur sempre di prestiti si tratta, ovvero di soldi nostri che ritorneranno indietro con un nome, una formula che ci costringeranno ancora di più a attuare politiche economiche con tagli.
Italia
Il nostro governo continua a promettere stanziamenti mentre nulla accade. E’ ben probabile che i nostri ministri non abbiano mai messo mano alle procedure delle singole aziende del nostro paese. Non sanno che mentre discutono di cassa integrazione per i dipendenti e di aiuti agli indigenti (era necessaria l’immediata erogazione per un semplice fatto di sopravvivenza), le aziende, mentre continuano ad essere chiuse, devono fare i conti con pagamenti a fornitori, pagamenti di tasse, ecc. Se si blocca l’intera filiera del meccanismo dei pagamenti, tutto il paese crolla e svanisce nel nulla. Come non aver previsto meccanismi di immediato e semplice finanziamento anche alle imprese, tramite le banche? Queste ultime, presenti a fare il loro lavoro nella normalità; ingessate e poco disponibili non appena non sono chiare le garanzie. Ma queste dipendono da un governo incerto sul da farsi, e da un’Europa che aspetta l’evolversi della situazione.
Atti governativi
Si continua ad andare avanti senza finanziamenti, a suon di Decreti del Presidente del Consiglio, ovvero con regolamentazioni che non rispondono a nessuno, anziché, quantomeno, con un uso di Decreti Legge che porrebbero le decisioni al vaglio di un Parlamento. C’è una pericolosa responsabilità nel continuare a fare uso di uno strumento non verificabile nell’immediato, nel momento in cui si regolamenta una prolungata limitazione delle libertà individuali. Dall’iniziale immobilismo governativo, si è passati a un primo DPCM per recuperare terreno, per poi usarlo come se fosse scontato l’arrogarsi i pieni poteri non conferiti da nessuno.
Cos’è l’Unione Europea?
Allo stato attuale questo sovra organismo sceglie per noi senza di fatto essere uno stato politico unitario e sovrano come lo sono per esempio gli Stati Uniti. Esso non ha alcun obbligo di proteggere i cittadini europei (e appunto non lo fa!) e agisce soltanto con la logica del mercato. All’UE abbiamo delegato la sovranità monetaria che ci costringe oggi a non poter emettere moneta. Dal 1993 l’UE ci costringe a far quadrare i conti secondo la logica tedesca che non si fanno debiti. Di conseguenza, continui tagli al bilancio che hanno ridotto lo stato italiano in queste condizioni, senza una rete stradale adeguata e senza ospedali al passo con i tempi. Per stare dentro l’UE, per avere una moneta non attaccabile dalle speculazioni di gente senza scrupoli come Soros, abbiamo accettato il taglio sistematico di ogni servizio che lo stato dovrebbe fornire ai cittadini.
Cosa fare?
Stiamo implorando la concessione di “soldi nostri” sperando che ci ritornino ad un tasso basso e con un mutuo il più lungo possibile. Inoltre, l’UE è restia ad emettere nuova moneta per il rischio di un’inflazione europea che non piace ai paesi ricchi. Cosa fare di un organismo che costringe un popolo al di là delle reali necessità e possibilità?
L’ora della svolta
Si noti che la fuoriuscita dall’area euro se da un lato competerebbe (è vero) un’immediata svalutazione della moneta statale e un’elevata inflazione, dall’altro vedrebbe concretizzati gli sforzi interni. Faremmo fronte da soli ad ogni necessità interna con nuova moneta, favoriremmo le nostre produzioni e forse ne usciremo momentaneamente più poveri ma senza uno strangolatore economico al collo.
Così non possiamo vivere comunque. Inoltre certe gravi decisioni, in una vera democrazia, vanno prese con il coinvolgimento del popolo. A mio avviso è l’ora di prendere coraggio e sciogliere certi dannosi legami.
Rosario Galatioto