Life, dicono gli americani: considero la vita un miracolo, una cosa speciale, unica. Un dono, per l’esattezza, ovvero qualcosa di non auto generato o auto creato. Una scintilla originaria. Non mi soffermerò a discutere se casuale o di origine divina, però di certo il concetto “vita” fa la differenza dentro la fisicità che la contiene. Per capirlo, occorre guardare, osservare qualunque essere nella fase vivente; poi osservare la vita quando il fenomeno ha cessato di esserci. Rimane un involucro vuoto. Il termine che lo esprime è “esanime”, letteralmente “senz’anima”. Questo fenomeno è visibile in modo esplicito sia per gli esseri umani che negli animali. Finita la vita, esalato l’ultimo respiro, il corpo resta come contenitore vuoto deprivato di un qualcosa di sostanziale, al punto da ritenerlo, per quanto non tangibile, il qualcosa che da il senso alla forma vivente.
Persone e animali
Mi trovo concorde nel ritenere parimenti rispettabile il fenomeno vita a prescindere che sia presente in un essere umano o in un a firma vivente del mondo animale. Si potrebbe parlare di catena alimentare e tante altre cose che pongono elementi giustificativi sulla naturale necessaria soppressione di un essere vivente da parte di altro. La gazzella sbranata dal leone, la volpe che mangia le galline, fino a giungere all’opera dell’uomo.
Essere umano
Sull’agire dell’uomo si apre un dibattito infinito: c’è la consapevolezza di uccidere, cosa diversa dall’istinto animale. Per quest’ultimi vale l’esimente della mancanza del presupposto coscienziale. Anche per gli umani il dibattito si sposta, in taluni casi, sulle necessità di sopravvivenza. I pellerossa, per esempio, con grande rispetto degli equilibri della natura, uccidevano solamente il numero minimo di bisonti, quelli che potevano servire al soddisfacimento delle necessità della tribù.
Bioetica: aborto
Premesso che da un punto di vista etico, l’essere umano ammette che dare la morte ad un altro essere umano e’ immorale. In ambito di bioetica, il dibattito si è spostato, sul quando comincia a esistere un essere umano. Non tutti i paesi del mondo sono addivenuti alla medesima conclusione: Molti considerano l’interruzione volontaria di una gravidanza un reato. In Italia, la nota legge 194 del 1978 consente l’aborto entro i primi 90 giorni di gestazione, considerando a tutti gli effetti, essere umano meritevole di tutela, il feto dopo detto periodo.
Bioetica: eutanasia e suicidio
La cosiddetta buona morte, ovvero l’interruzione della vita di un essere umano (la cui qualità di vita sia altamente compromessa) su sua espressa richiesta o su richiesta dei familiari, non trova, in Italia alcuna approvazione normativa. Al contrario, il suicidio o tentato suicidio non sono considerati reati.
Bioetica: Peter Singer
Secondo Peter Singer, le vite degli esseri umani non hanno egual valore. Si differenziano secondo l’aspetto coscienziale. Pertanto, secondo quest’ultimo, da un punto di vista strettamente utilitaristico (egli si rifà all’utilitarismo di Bentham), i neonati che presentano gravi problematiche, dovrebbero essere soppressi: d’altronde, secondo lui, manca la coscienza: tenerli in vita sarebbe un “peso” per la famiglia e un costo per la società.
Filantropia: Peter Singer
La società accademica riconosce questo signore come filantropo per le innumerevoli donazioni effettuate. Inoltre, si è sempre battuto per l’abolizione del consumo delle carni (lui è vegetariano) giacché alimentano l’industria di produzione della stessa che si basa su allevamenti intensivi di animali in condizioni di sfruttamento e sofferenza, nonché sul non rispetto assoluto del singolo animale nel momento della sua soppressione. In pratica, essi sono considerati alla stregua di oggetti. Su questo specifico argomento concordo con Peter Singer. Inoltre, si batte contro il consumismo dei paesi evoluti a danno dei paesi poveri. Quale deve essere il nostro impegno per i paesi poveri? si chiede Peter Singer. Ogni volta che spendiamo in futilità, contribuiamo a uccidere persone che esistono in condizioni di vita sotto i limiti della sopravvivenza. Dal mio punto di vista anche questo è vero.
Politiche umanitarie
Voglio essere schietto: Sono palesemente mancate politiche nette per sollevare le condizioni di vita di certi paesi. Politiche sostanziali da porre in essere in quei stessi luoghi. Da secoli, le attività coloniali e di sfruttamento di quelle popolazioni e dei loro territori sono stato avallate da chiunque come “ovvie”.
Razzismo
Si dibatte molto sul concetto di “razzismo”. Persino sollevare problematiche di aiuti umanitari e rispetto di popoli e territori è visto come atteggiamento razzistico: l’unica chiave di lettura ammissibile è l’accoglimento, quasi come unica soluzione praticabile e da praticare. Non sono razzisti, pertanto, gli sfruttamenti coloniali, neppure gli sfruttamenti umani post tratta degli schiavi, non lo sono le politiche di avvallo di governi corrotti e l’avvallo di scafisti e sfruttatori. Razzista quindi Peter Singer? Razzisti tutti coloro che riprendono i concetti di spesa concreta per risollevare interi popoli dalla miseria?
Rispetto della vita
Sono per il rispetto della vita. Qualunque vita. In ambito umano, sono per il rispetto del ciclo naturale della vita stessa. Non mi ritengo d’accordo con Peter Singer quando teorizza come lecito l’aborto posta natale, o eutanasia infantile. Rimane infanticidio. Bambini con patologie complicate ringraziano comunque di esserci, di poter dire: Io esisto! Io sono vivo! Nessuno può giudicare il diritto alla vita.
Utilitarismo estremo
Se dovessimo adottare l’utilitarismo come criterio discernente, allora potremmo arrivare ad accettare e sospingere la pena di morte per tuti i casi di assassinio, di violenze e efferatezze di qualunque genere. Seguendo la medesima logica, ha forse coscienza colui che si è accanito in modo barbaro su un altro essere umano?
Rimango pro life. Come ebbe a dire Papa Ratzinger, “Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé”.