Parliamo di bugie e di come si insegna a dirle. Non di opinioni, quelle rimarranno sempre rispettabili se recano il titoletto che trattasi di opinioni. Quindi, esiste una lealtà che impone moralmente di chiamare le cose per nome. Opinione o fatto? Lo sport dialettico di modo, oggi, è quello di glissare e far sconfinare l’opinione nel campo della verità incontrovertibile.
Criteri educativi
Non insegno e pertanto non sono un professionista del settore. Ma sono stato a scuola anch’io e da alunno posso assicurare che è imbarazzante quando l’insegnante non mette da parte la sua personale ideologia. Cerco di far chiarezza: sono il primo a farmi paladino del fatto che ciascuno di noi non può scindersi in più parti, sono per l’integralità della persona quando si manifesta e ho avuto già modo di discuterne in altro articolo (Io integralista). Ma la lealtà verso qualunque interlocutore (a prescindere se siamo a scuola oppure no), dovrebbe far si che si esprima se stesso come pensiero, come ragionamento, fatto in maniera trasparente e onesta, piuttosto che usare il proprio ruolo sociale (qualunque esso sia) per indottrinare o far aderire l’altro per pressione psicologica o plagio, verso il proprio modo di vedere le cose.
A scuola
Negli anni ’80, in Italia, venne aspramente combattuta la parità del sostegno pubblico fra scuole pubbliche e scuole private, al pari di come fa scandalo oggi che sorgano scuole di formazione come la Dignitatis Humanae Institute (L’arcobaleno) che predilige una formazione secondo un fondamento culturale. Fa scandalo, certo, perché ciò che è accaduto e accade in Italia da decenni è la ferrea volontà dei “fautori del pensiero unico” di camuffare la propria ideologia dietro la verità. Sarebbe più onesto, come accade per esempio negli Stati Uniti dall’alba dei tempi, promuovere la propria linea di pensiero in modo trasparente in modo tale che i genitori possano scegliere per i figli a quale linea educativa aderire. Pertanto, scegliere la scuola, scegliere gli insegnanti in base al proprio trasparente pensiero.
Istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo
Mischiare i fatti e camuffare le proprie opinioni come l’ovvio pensiero che occorre avere, spingendo sull’acceleratore dell’estremismo porta a non rendersi conto di quanto si sia poco onesti soprattutto se tale azione avviene verso fresche menti più suscettibili di plagio. Questa non è più educazione. L’accostamento dell’attuale decreto sicurezza alle leggi razziali del 1938 è pura manipolazione e faziosità che poco riguarda la libertà di pensiero. L’onestà intellettuale vorrebbe che si dicesse che tutti gli stati del mondo, ma proprio tutti, hanno regole per l’ingresso in uno stato, che l’ingresso illegittimo rimane una violazione della legge, che nulla c’entra un vagone di deportati ebrei con i profughi che accogliamo e che trasferiamo su autobus dotati di tutti i comfort.
Ruolo del maestro
Colui che insegna ha il dovere morale di fornire un metodo di conoscenza. Parte necessariamente da se stesso, e, nella trasparenza, spiega il fondamento della sua visione della vita, o, se si vuole, la sua ideologia. Ma non rinuncia a fornire i criteri di ricerca. Questa lealtà rende la persona un vero maestro; al contrario, mentire su questi aspetti trasforma il suo insegnamento in indottrinamento.
Le altre politiche migratorie
Un aspetto che disturba riguardo ai fatti relativi ai flussi migratori attuali del mediterraneo sono proprio le bugie propinate per nascondere i veri aspetti. Le bugie dei progressisti che giocano sul pietismo dei “vite che muoiono in mare”. Peccato che le medesime persone non avevano lo stesso pietismo quando i profughi che arrivavano erano gli albanesi. La triade Prodi, Presidente del Consiglio, Napolitano ministro dell’Interno e Andreatta, ministro ella Difesa non ebbero esitazioni “progressiste” nel fare colare a picco la nave che portava in Italia i disperati che fuggivano da miseria e guerre, provocando un’ottantina di morti fra donne e bambini.
Contraddizioni sulle “vite da salvare”
Le vite da salvare, poi, se vogliamo essere precisi, sono soltanto quelle di coloro che provengono dalle coste africane. Appena però si parla di “attenzioni pro Life” per promuovere la vita di possibili nascituri, della possibilità di informare adeguatamente chi è in una situazione di bilico nella scelta fra aborto oppure no, allora, di colpo, i medesimi progressisti non intravedono più “vite da salvare”. Gli stessi progressisti, in politica, cavalcano le idee di Silvio Viale (mi rifiuto di definire medico chi viola il giuramento di Ippocrate) che non ritiene “persona” non solo il feto, ma neppure il neonato, vantandosi di “aver frullato oltre 10.000 feti”.
Bugie europee
Non perché provengano dall’Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, le raccomandazioni e le preoccupazioni per il decreto sicurezza bis che si trova sul tavolo del Consiglio dei ministri, allora sono verità. Anzi, la stampa progressista ci va a nozze. Peccato che esso riguardi soltanto multe che GIA’ esistono nella legislazione italiana. Per coloro che non leggessero i testi, e per semplice amore di un’incontestabile verità, allego il link del testo provvisorio.
http://www.dire.it/wp-content/uploads/2019/05/sicurezza-bis.pdf
Bugie evangeliche
L’atto recente dell’Elemosiniere del Papa che “rompe i sigilli” dell’Enel ha poco a che fare con la giustizia divina contrapposta alla legge degli uomini. Nessuno stato di necessità, nessuna salvezza di vita umana che incombeva. Nessuna giustificazione, pertanto, per un reato che rimane tale. Non se ne trae nessun insegnamento, né alcun atto da emulare. Quale era la giustizia divina da enunciare con quell’atto?
Scala evolutiva
Allora mi domando: Come uomini, siamo sempre sicuri di essere nel gradino più alto della scala evolutiva? Si, risponderei, perché siamo sempre in tempo per cambiare rotta e abbracciare una certa onestà intellettuale e morale.
Buona domenica dalla “corda pazza”.