Le statistiche di Gigetto
Facciamo un po’ di chiarezza sull’uso delle statistiche in modo da capire chiaramente di cosa parliamo. Il ministro degli Esteri Giggino di Maio ne ha fatto un uso abbondante nelle ore scorse, probabilmente per rassicurare la popolazione. Di mio, ne deploro l’uso per finalità di raggiro o per intorbidire i fatti senza che ce ne sia bisogno. Le statistiche di Gigetto sono davvero una presa in giro.
Le dichiarazioni
In una recente conferenza stampa le dichiarazioni del ministro sono state colme di elencazioni di cifre: l’area colpita dalla virulenza, secondo il ministro, riguardano lo 0,2% della superficie del Veneto e lo 0,4% del territorio della Lombardia. Altri numeri: L’area interessata, nelle due regioni, riguarda un territorio in cui vivono circa cinquantamila persone ovvero, se paragonate a sessanta milioni di italiani sul tutto il territorio, riguarda una percentuale pari all’0,089%.
I fatti
I dati risultanti sono di immediata evidenza: 650 persone risultate positive al test; 17 decessi. Secondo i dati più recenti, 51 ricoveri a Lodi di cui 17 in terapia intensiva.
Gli occhi della statistica
Vorrei premettere che la statistica non ha occhi e non guarda in faccia nessuno, sia che si tratti di contagi sia che parlassimo di vincite al superenalotto. Pertanto, se qualcuno dovesse vincere alla lotteria, dimenticheremmo facilmente che si trattava una rarissima possibilità di vincita; al contrario, se accadesse una malaugurata disgrazia che ci tocchi da vicino, anche se fosse l’unico caso, ci lascerebbe un dolore incolmabile. Parlare di statistiche, quindi, di fronte a morti e contagi, ha un significato davvero relativo.
L’uso distorto
Facciamo qualche esempio davvero semplice per capire che i dati snocciolati dal nostro ministro servono a ben poco. Il doppio di uno è due. Se devo valutare l’aumento da uno a due di qualunque cosa diremmo (per statistica) che ha avuto un aumento del 100%. Eppure il fenomeno è aumentato di una sola unità. Stessa cosa se passo da mille a duemila e così via. Eppure, l’aumento, in questo secondo caso è di ben mille unità. Se parlassimo di decessi, per esempio? Mille sono davvero tanti, ma con le percentuali registreremmo lo stesso dato dell’aumento di uno a due.
Le acrobazie numeriche di Gigetto
In questi giorni, l’intento del governo è quello di rassicurare. Come lo si fa con la statistica senza mentire? Con percentuali basse, a prescindere dell’argomento di cui si parla. Nel caso specifico, Gigetto ha trovato qualcosa con i zero virgola. Stessa cosa, nei giorni precedenti: le dichiarazioni si sono concentrate sul fatto che la cosa ha riguardato meno del 2% della popolazione e i decessi hanno colpito soprattutto le persone anziane. Dico io: E quindi? 17 decessi sono 17 decessi. Forse che gli anziani hanno esaurito il loro diritto alla vita?
Usiamo la statistica
Parlo anche io con i numeri; dalle prime ore di venerdì 21 febbraio quando si è cominciato a parlare di contagio in Italia, ovvero in sette giorni, siamo passati da un caso, poi a tre, entro sera di venerdì a sei. Con quel riferimento c’è stata, in sole ventiquattr’ore, una crescita del 600%! Se poi, lo paragoniamo ad oggi, diremmo che la crescita è del 65000%. Che numeroni! Ovviamente, ragionare in tal modo non avrebbe senso. Se proprio volessimo fare uso di strumenti statistici, sarebbe più opportuno, ad esempio, analizzare le alte probabilità di contagio o la velocità di diffusione in ogni area del mondo.
I dati
Oltre ai problemi della salute, si cominciano a fare i conti con i danni economici. Si parla già, ad oggi di circa 7 miliardi di euro che in confronto alla paura causata dai fatti dell’undici settembre negli USA sono già oltre cinque miliardi in più.
Niente numeri con vita e salute: per chi avesse voglia di giocare con essi, è più indicato il lotto. Ditelo a Gigetto.
Già le statistiche lasciano a desiderare a prescindere, in questi casi poi si danno davvero i numeri del lotto perché dicono quello che gli pare quando gli pare!