In quest’Italia impazzita (o nella quale vorrebbero farci impazzire), tanto vale spingere la lingua in avanti. Lamorgesità, una nuova parola che indica un modo di governare, di intendere la sicurezza interna del paese.
Tecnica Lamorgese
Quale è il criterio psicologico per convincere della correttezza del proprio agire? Sorvolare, accennare appena, sull’input iniziale, la ragione che muove il tutto. Poi, la dose giusta di saccenza, sottolineare una certa superiorità rispetto a questo popolo bue che non capisce, non può capire. Il senso di tutto quel dire equivale a “meno male che ci siamo noi a governare, noi che comprendiamo il senso delle cose.” Questo il teorema “Lamorgese”: inutile lamentarsi: per mettere i migranti in quarantena, occorre noleggiare le navi; per farlo occorrono i soldi; i soldi (in prestito) si possono avere se si dichiara che continua lo stato di emergenza covid. Torniamo indietro, al punto di partenza: dove era stabilito che i soggetti clandestini, peraltro molti positivi devono poter sbarcare indisturbati sotto gli occhi (e le telecamere dei telefonini) della gente senza che nessuno dica nulla?
Violazioni quarantena
A gran voce, Nello Musumeci, governatore della Sicilia e molti sindaci delle città siciliane, lamentano questo ipocrita immobilismo del governo centrale. Perché di mettere in discussione “l’accoglienza” non se ne parla proprio. Il radical chic pidiota ne ha fatto la sua bandiera di buonismo. Nel frattempo, i migranti (risultati positivi) in quarantena fuggono persino dagli hotel del capoluogo di regione. A loro non importa essere “salvati” da qualcosa. Né interessa ormai la “regolarizzazione”: tanto, chi se ne frega, arrivano e girano indisturbati, non rischiano pene particolari. Allora perché dotarsi di passaporto o permesso di soggiorno? Se mai fossero rimpatriati, ritornerebbero, un piccolo fastidio ben lontano da concetti come sanzioni e pene.
E la Lamorgesità?
La lamorgesità impone di non fare una piega. Agli italiani “cretini e cafoni” ne raccontiamo un’altra. Tanto “quelli là”ormai si bevono tutto. «I migranti economici sappiano che non c’è alcuna possibilità di regolarizzazione per chi è giunto in Italia dopo l’8 marzo 2020». Svegliamola per favore, riportiamola alla realtà. Pronto, ministro? (Perdonatemi se non mi adeguo alle boldriniane direttive sulla lingua, io amo dire ministro al maschile, con il massimo rispetto alle donne.) A loro della regolarizzazione non importa PROPRIO NULLA! Capito? Questo finto pugno duro non serve!
Pensava di darci una bella novità… o, coniando altra parola, in tema di migranti illegali,…“Bellanovità”.
(Se fosse Renzi a parlare, le avrebbe detto: “Ciaooooone!”)