Ladri di parole
Ho provato ad andare indietro con la mente per capire. Chi come me appartiene ad una generazione dei tempi che furono, si ricorderà di essere cresciuto in paesi in cui le parole erano libere e incontestabilmente pregne del loro significato autentico.
Nuovo scenario
Mi ritrovo in un nuovo scenario in cui le parole assumono significati diversi. La parola “famiglia” per esempio, sembra offensiva. Pare che offenda la libertà di scegliere, contrasta con il pensiero progressista dell’auto determinazione.
libertà progressista
Secondo le idee (ideologie) del liberalismo tanto di moda oggi, ogni individuo deve essere perfettamente libero di scegliere, secondo un pensiero razionale e deve basare ogni sua decisione sul consenso. Ciascun comportamento che esula da ciò, mina le fondamenta della libertà ed e’ pertanto … fascista!
Educazione e consenso
Tempo fa discutevo con un presunto amico che pretendeva di convincermi che i figli vanno educati alla totale libertà. Fluidità e’ la parola magica. Ciascuno deve essere educato sin da piccolo al fatto che debba assecondare i propri moti umorali. Gli feci notare che dal mio punto di vista, un genitore educa secondo i valori che ritiene giusti. Per me, incontrovertibile è la natura. Se ho avuto due figli maschi, la prima cosa che possiamo fare (io e loro) è riconoscere ciò che nessuno di noi ha scelto, ovvero il loro sesso e la loro natura.
Consenso?
La grande bugia del progressismo: sostenere che nasciamo in uno stato di perfetta uguaglianza, libertà e razionalità. La prima cosa che ci accade, invece, è accettare ciò che è! Non scegliamo i genitori, il posto in cui nasciamo, i fratelli, ecc. Ciascuno di noi nasce dentro una tradizione, dentro una storia umana. Il decidere di staccarsi da qualcosa viene dopo, ma non può mancare il rispetto riguardo alla propria provenienza. Non scegliamo i genitori, possiamo persino osteggiare il loro modo di essere, ma non per questo decidiamo in nome di una presunta libertà di non rispettarli.
Dentro la storia
La vera libertà e’ accettare la realtà, la propria personalissima realtà. Non riconoscersi è qualcosa che viene dopo. PRIMA c’è l’identità: identificarsi e’ la più naturale delle cose. La fisicità è immanente. Il proprio cervello si guarda e non può che prendere atto, “riconoscere” questo IO allo specchio. Ci propongono, oggi, l’esatto contrario. La teoria del “me” secondo la quale, la mia testa sceglie costantemente ciò in cui pretende di riconoscersi fino a non accettare il primo evidente, incontestabile “io fisico” che si ritrova a guardare.
La tradizione
La tradizione sembra essere diventata una di quelle altre brutte parole che ci fanno credere che siano sbagliate. Eppure noi viviamo all’interno di una tradizione: lingua, cultura, sistema simbolico religioso, sono alla base del nostro sviluppo identitario.
Ladri di parole
Ci fanno sentire sbagliati: “famiglia” e’ sbagliato, un concetto medievale che limita la libertà; identità e’ sbagliato, si contrappone alla fluidità e all’auto determinazione. Tradizione e’ sbagliato: un arcaicismo che non ci fa sviluppare appieno. Al che accade che l’attaccamento a te stesso, alla famiglia, alla patria e alla scintilla di infinito contenuta dentro ciascuno diventi sbagliata, persino illegittima.
Il più abile furto, la più abile bugia e’ farci sentire sbagliati.
Rosario Galatioto
L’importante è non seguire il gregge e non lasciarsi influenzare, stare fuori dal coro e da tutte le varie mode del momento, sia linguistiche che di altro preserva la propria intelligenza, buona serata 😉