Siamo nell’epoca delle scelte. Su tutto. Dal proprio sesso, all’estetica fino ad arrivare ai figli. Si scelgono anche questi, come averli, come devono essere, e come saranno. Siamo nell’era della perfezione, dove ciascuno diventa dio di sé stesso. Pretendiamo tutto, tutto è modificabile, tutto è creabile, dal DNA ai batteri.
Politecnico di Zurigo
I ricercatori del Politecnico di Zurigo hanno ordinato a un software di scrivere il genoma di un batterio dalle caratteristiche desiderate. L’algoritmo prescelto ha selezionato i geni ritenuti essenziali scartando quelli ritenuti ridondanti, passando da 4mila a 680 geni. L’uomo e’ creatore, non più Dio.
La pretesa umana
Dalla possibilità alla pretesa. Si parte col voler migliorare la vita, curare le malattie e si giunge, come punto d’arrivo alla creazione. Quando si vuole e come si vuole. Quali, pertanto, le conseguenze?
Gravidanza e aborto
Sono già perseguitate le associazioni pro Life. Guai a promuovere la vita. Essa ci appartiene, è nelle nostre mani, pertanto, quali limiti nello scegliere chi deve nascere e chi no? Ci si dimentica che nessuno di noi, in piena coscienza, avrebbe voluto essere frutto di un processo di selezione ancor prima di nascere. Ma ormai esistiamo e si scarica sul futuro l’arroganza di poter scegliere fra chi abbia il diritto alla vita. Pretendiamo di tutelare chiunque, ma non il feto.
Utero in affitto
Si vuole farci accettare che la scelta possa partire persino nella scelta della donna/forno, dell’ovulo e del fecondatore. Tutto prestabilito.
DNA
Già che ci siamo, perché non scegliere le caratteristiche di chi deve nascere, quasi stessimo comprando un divano nuovo.
Valore della vita
Ecco, quindi, alcune fra le conseguenze. Il nostro modo di pensare subisce la tentazione di questa arroganza. Ho scoperto di essere reazionario nel dire no a tutto questo. Rispondo no a chi si senta felicemente progressista e si limiti a dire un “perché no” superficiale. Affermo con pacifica certezza che ogni essere umano, sin dal suo concepimento, ha il diritto del rispetto alla sua vita. E’ una visione totalmente capovolta: quella in cui la ricchezza di ogni vita umana rimane SEMPRE una ricchezza.
Disabilità
Nessuno di noi è perfetto. Ringrazio chi mi ricorda i miei difetti, ogni mio limite. Viene da chiedersi in cosa consiste la disabilità. C’è chi presenta disabilita fisiche; altri che presentano menomazioni nel proprio interiore, difetti molto marcati nel percepire il valore della vita. Quale la disabilità maggiore? Nessun dubbio se me lo chiedessero. L’ aridità interiore mi preoccupa di più. Una siffatta linea di pensiero, liberamente ragionata, necessita di serio aiuto.
Testimonianza
Non mi addentrerò in dimostrazioni, piuttosto preferisco ricordare la testimonianza che ciascuno di noi riesce a dare della vita che ha avuto in dono. Fra coloro che ho avuto modo di incontrare in una esistenza, sono grato a chi più di altri riesce a essere segno di qualcosa di più oltre noi. Apparteniamo a qualcun Altro che ci ha voluti. Spesso lo dimentichiamo. La disabilita’ ci ricorda che la fragilità appartiene all’essenza dell’uomo e non ne limita la dignità. Il segno e’ iscritto in ciascuno di noi.
Nietzsche: “Dio è morto”
La nota sentenza di Nietzsche si riferisce che l’idea di Dio, presso l’uomo moderno, non è più fonte di alcun codice morale o teleologico. L’uomo ha iniziato un percorso di distacco da Dio e ha poi preteso per sé indipendenza e autosufficienza. L’inasprimento di questo atteggiamento perviene a destituire Dio.
L’uomo, immagine di Dio
Per quanto faccia, l’uomo rimane “immagine”. Appena si stacca da Colui di cui è immagine, l’uomo brancola nella nebbia, perde il senso della propria natura, non riesce più a comprendere la misura della sua esistenza.
La chiamata
Questa è la chiamata: la nostra Essenza sussiste malgrado noi, malgrado l’arroganza e la pretesa di essere autonomi. Rispondere alla chiamata vuol dire comprendere in sé e negli altri i segni della chiamata.
Quaresima
Questo è il senso della Passione: mostrare per quale via passa la chiamata. Ciascuno di noi è testimonianza, immagine e segno. “Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, dato che è nato cieco? Né lui peccò, e neanche i suoi genitori, ma è cosi affinché le Opere di Dio siano manifestate in lui” (Giovanni 9:, 2-3). A ciascuno, riconoscerle.