6 agosto, ci avviciniamo a ferragosto. Terzo millennio, eppure le consuetudini della nostra penisola rimangono tali e quali, ben ancorati alla tradizione, che sarebbe anche buona cosa ma solo per le cose buone, mica per le pessime abitudini.
Italioti
L’italiano medio, solo pensieri di superficie, resta ben ancorato ai suoi paradigmi. Per esempio, fruire dei servizi a prescindere dalla ressa. Mare a tutti i costi nella settimana clou, anche se i prezzi di carburante vanno alle stelle, idem quelli di bar, ristoranti e hotel. Bisogna andare, anche se si faranno chilometri di coda, anche se il caldo dentro l’abitacolo risulta infernale, anche se della spiaggia si ha a disposizione pochi centimetri quadrati, anche se il tempo di percorrenza sarà ben superiore a quello di fruizione del benefit.
Italioti evolution
Classica domanda dell’ italiota updatato: quando vai in ferie? Dove vai? Io non ce la faccio più. La considerazione sarebbe: ma si può vivere con questo senso costante di alienazione? Lavorare e riposare sono due aspetti che si alternano nella vita e occorrerebbe star bene in entrambe le circostanze. Sempre.
Italiota plus
Però all’italiano medio, conti in rosso ma vacanza a tutti i costi, alla fin fine sono abituato. Quello che mi fa girare ancora di più i cog..ni è la categoria superiore, quella per la quale non c’è via di scampo, la categoria degli esercenti di certi servizi turistici (bar e ristoranti) di certe località (sempre turistiche) che chiudono l’attività proprio nelle due settimane in cui il loro fatturato sarebbe equivalente a quattro mesi normali. Loro, più di altri, pensano che a tutti i costi partecipare al mega evento, esserci conta di più di essere. Insomma, l’apparire prima di tutto, di quale sia il nostro percorso interiore non conta affatto.
Ologrammi, involucri vuoti.