Inno alla vita: non è forse ovvio scegliere la vita, se si può, rispetto alla morte?
“Ogni respiro che prendi, ogni movimento che fai, ogni legame che rompi, ogni passo che farai io starò a guardarti” (Police, Every breath you take).
https://www.youtube.com/watch?v=tgJ5qgfsIa0
Inno alla vita
Da questo spazio ritengo doveroso, oggi, porgere un inno alla vita. Poche parole, anche quelle prese a prestito da altri artisti o santi. Credo che su certi argomenti, non ci sia troppo da dire. La vita è vita, qualunque essa sia, da qualunque essere vivente provenga, e rimane sempre un fatto. Peraltro, un fatto sempre positivo.
Rispetto della vita
Se così non fosse, perché i medici giurerebbero con il giuramento di Ippocrate? “[…] Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo. [… ] In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l’altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi. [..] E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell’arte, onorato dagli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro.”
L’aborto
La pratica abortiva, in Italia, è stata disciplinata dalla Legge 22 maggio 1978, nr. 194. La norma consente alla donna, nei casi previsti dalla legge, di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza nei primi 90 giorni di gestazione; tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere ad essa solo per motivi di natura terapeutica. Il prologo della legge sottolinea che “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.” Peraltro, impedisce al padre del concepito di intromettersi nella scelta abortiva; Infine la legge precisa che io padre del concepito non è titolare di alcun diritto sul feto.
Non basterebbero queste sottolineature?
Contrizione
Quale che siano le condizioni di ogni caso specifico, un aborto, come ogni negazione, comporta una contrizione dettata dalla consapevolezza di un fallimento. Umanamente accettabile, comprensibile, ma resta pur sempre dentro la classificazione di un “no”. Esistono umani valori non discutibili. Può essere solo comprensibile il limite umano nelle situazioni. la deroga, pertanto, non mette in discussione il principio.
Il mio disprezzo
Manifesto il mio disprezzo per chi, in ogni caso, non si attiene alla legge pur rivestendo una carica pubblica. Un disprezzo, quando un’ideologia si arroga di profanare il diritto ad esistere. Mi riferisco a Rita Soccio, assessore di Recanati e alle sue battaglie contro il Centro alla Vita di Recanati, giacché ha sostenuto che il centro NON DEVE dare passeggini, copertine ed altri aiuti materiali alle donne in situazione di disagio economico che stiano crescendo un bambino solo perché questo significherebbe minare una loro antecedente libertà di poter scegliere l’aborto. In altre parole, che esista un centro che aiuti i bisognosi, secondo tale assessore, spinge a scegliere in favore della vita. Mi chiedo: perché normalmente cosa si dovrebbe poter scegliere? NORMALMENTE, si aiuta il bene, lo si agevola, in tutti in casi in cui esso sia possibile. Lo fa chiunque, è nell’evidenza etica di uno Stato. Chissà cosa passa in mente a Rita Soccio?
Deplorazione
Deploro e, da questo momento, pubblicamente boicotto chi utilizza passerelle di comunicazione per messaggi contrari al normale senso della vita. Mi riferisco all’attrice Michelle Williams che ha ritirato il Golden globe spiegando che “se non avesse abortito il bambino precedente che aveva in grembo” non avrebbe adesso potuto ritirare questo premio. Come dire, questo premio vale di più di una vita. Deplorazione e disprezzo, infine, verso le parole della conduttrice Michelle Wolf, che si è vantata di essersi sentita Dio nel momento in cui ha deciso di abortire.
Chiarimenti
Chiarisco bene la mia schiettezza. Per coloro che nel leggere le mie parole avessero dubbi e ritenessero queste ultime “troppo forti”, ribadisco che va tutelata anche la mia sensibilità e quella di milioni di persone che normalmente si rivolgono al bene, ritenendolo ovvio. Si parla troppo e a sproposito di libertà: chi la cerca, rispetti quella altrui.
Madre Teresa di Calcutta
Non sono santo nelle mie esternazioni: preferisco pertanto chiudere con le parole di una santa autentica e col suo inno alla vita: “La vita è un’opportunità, coglila. La vita è bellezza, ammirala. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne una realtà. La vita è una sfida, affrontala. La vita è un dovere, compilo.La vita è un gioco, giocala. La vita è preziosa, conservala. La vita è ricchezza, conservala. La vita è amore, godine. La vita è un mistero, scoprilo. La vita è promessa, adempila. La vita è tristezza, superala. La vita è un inno, cantalo. La vita è una lotta, vivila. La vita è una gioia, gustala. La vita è una croce, abbracciala. La vita è un’avventura, rischiala,. La vita è pace, costruiscila. La vita è felicità, meritala. La vita è vita, difendila. Amen.”
Sei stato stato chiaro e diretto e questo lo apprezzo molto e sempre anche se non condivido tutto quello che hai detto, buon fine settimana.
Grazie dell’attenzione e lettura, nonché dell’apprezzamento della schiettezza. Dimmi pure, se ti va, ciò su cui non concordi: mi daresti l’opportunità di chiarire, se fosse necessario ed in ogni caso di comprendere un aspetto, fra i molteplici, che può sfuggire. Il dialogo in ogni caso migliora ciascuno.
Sì questo è certo, vedi anch’io sono dell’idea che la vita è sacra….ma fino a quando è vita, quando si arriva ad un punto dove si tribola solo e si sa che non c’è via d’uscita perché ci sarà una morte sicura, oppure quando ci si riduce delle larve umane, sempre a causa della malattia, allora penso che una persona abbia diritto di scegliere di morire con dignità.
Per l’aborto penso che sia stato fatto un uso indiscriminato, forse dovrebbe venire rivista la legge in un qualche modo, però difenderò sempre la possibilità di scelta di una donna, ci possono essere mille condizioni e circostanze e non mi sembra giusto che mettere al mondo un figlio diventi un obbligo indipendentemente da tutto il resto.
Grazie di aver risposto, lo apprezzo. Concordo su ogni aspetto che hai evidenziato, sia eutanasia che aborto: non a caso ho sottolineato che la legge italiana concede la scelta alla sola madre del concepito. La mia “polemica” era rivolta a donne che ne fanno persino un “vanto”. Ritengo sacro tutelare la scelta ma ho voluto porre l’accento sulla mancata contrizione (anzi persino sulla promozione pubblicitaria data alla cosa). In sintesi, ho voluto deplorare chi va a tirare un Golden globe dicendo: non avrei ritirato questa statuetta se non avessi abortito: per quanto molte donne possano fare scelte di carriera ritengo disdicevole vantarsene piuttosto che vivere la mortificazione di essere stati posti di fronte a tale bivio.
Sono assolutamente d’accordo su questo, se tieni tanto al lavoro ci pensi prima!