In questi giorni, due persone a me care “sono andate avanti” come si direbbe nel gergo degli alpini. Due persone accomunate dal destino di aver incontrato un virus per loro letale in questo mondo. Per loro, non è la fine di un percorso, ma l’inizio della tappa migliore. In suffragio per le loro bellissime anime, una preghiera affinché siano elevate più rapidamente fra le anime sante.
Comune denominatore
In questi ultimi periodi, molte persone ci hanno lasciate, forse qualcuna in più a causa della pandemia. In questo spazio voglio ricordare loro due, Ada e Pippo, accomunati casualmente da questa causa virale ma soprattutto da una costante che ha riguardato il loro percorso su questa terra: bontà e generosità.
Pippo
Con lui, qualche anno più di me, avevo lavorato in un paio di stagioni estive in un locale del centro. Metodico, lavoratore, senza grilli per la testa. Compiva con responsabilità le mansioni che lo riguardavano, ci guidava, noi più giovani, come un umile maestro di saggezza. Poi, nel tempo, un bar tutto suo, della famiglia. In questi anni recenti, mi ricordava di passare a trovarlo ogni volta che fossi stato giù, in Sicilia. “Passate da qui”, ci diceva, “cosi parliamo un pò.” Intendeva dire “così parliamo delle nostre vite, della gioventù, di quegli anni in cui siamo cresciuti assieme” e che hanno gettato le basi, l’imprinting di un modo di essere: semplici e onesti sempre. Piccole passioni le sue, oltre al bar, suo regno lavorativo, e alla famiglia, il piace di un buon impianto stereo per la musica, e un muro di lattine vuote che collezionava da sempre.
Ada
La cosa singolare è che non sono mai arrivato a incontrare Ada di persona. L’ho conosciuta in occasione della pubblicazione del mio primo romanzo e da allora ci siamo sempre sentiti soltanto al telefono o per messaggio. Affettuosissima lettrice di ogni mia pubblicazione, che fossero libri o post in questo blog, si preoccupava quando passava qualche giorno di più senza che io scrivessi qualcosa. Allora mi chiamava preoccupata, ricordandomi che se io non avessi scritto in quei giorni, avrebbe occupato il tempo a rileggere le cose che avevo pubblicato precedentemente. La sua, una vita ricca di impegno, a fare del bene. Si rammaricava che sui social, qualcuno “dimenticava” di usare gentilezza ed educazione verso una anziana signora. Mi raccontava del marito Marcellino che è andato via qualche giorno prima di lei per la stessa causa, di quanto, differentemente da tanti, fosse gentile e discreto, di come mai una volta avesse frenato i suoi desideri di conoscenza. Da quando un amico comune mi scrisse “Il marito di Ada è morto e lei è intubata“, ho preso a controllare, più volte al giorno, se ci fosse finalmente un suo accesso in whatsapp che non è mai arrivato. L’ultimo accesso lunedì 10 maggio alle ore 01:00. Ieri la conferma che l’accesso non ci sarebbe stato mai più.
In suffragio
Non perché fossero persone a me care, ma nel pensare a loro, mi sono ricordato di come entrambi fossero state persone sempre equilibrate, semplici, gentili, educate, buone. Le nostre preghiere in suffragio delle loro anime seppure azzarderei che si trovano già fra le anime nobili. Avrei voluto parlare con ciascuno di loro ancora una volta, una volta di più, per il bene che diffondevano attorno a sé. Un monito da parte loro: “State pronti con le lampade accese”. Loro erano pronti senz’altro, al più lo ricordano a ciascuno di noi: per bontà e generosità non c’è un tempo futuro. Il momento è sempre l’adesso.
Ciao Pippo, Ciao Ada.