Lo prendo in giro un po’ così, al punto da definirlo un guru, il santone della scrittura. Mi riferisco a Luca Frediani, scrittore e blogger, e ai suoi consigli sulle tecniche di scrittura.
Lezioni on line
Ecco, il link di una delle sue ultime lezioni on line:
https://www.lucafrediani.info/scrivere-un-romanzo-da-dove-cominciare/
Concordo su ogni cosa che Luca spiega; anzi, a dire il vero, nel tempo, da quando l’ho conosciuto in un concorso letterario e per quanto sia più giovane di me, è diventato “un maestro di scrittura”.
Il rapporto col guru
Non sempre il rapporto con il guru è lineare o privo di contrasti. Un tempo esistevano i rapporti epistolari, lunghe lettere fra autori, disquisizioni interminabili fatte di cortesie alternate a veri e propri rancori a causa dei pareri opposti. Ma siamo nel terzo millennio, abbiamo sostituito la maniera di dialogare. Né lettere vergate a penna, né tantomeno le ancora usuali mail. Nulla di questo, le nostre “epistole” sul modo di scrivere si svolgono in whatsapp, mezzo di comunicazione dei tempi moderni. Mi domando come faranno i posteri a recuperare questi preziosi dialoghi, perduti nel marasma tecnologico.
Pareri
Eterna diatriba, per esempio, riguarda il confronto fra le tecniche di scrittura, fra il “raccontato” e il “mostrato”. Il guru, ovviamente, e’ un grande sostenitore del mostrato. Nel corso del tempo, gli ho dovuto dare ragione: “mostrare” i sentimenti anziché raccontarli, lasciare immergere il lettore nella storia, permettendo la partecipazione di tutti i suoi sensi. Nonostante la mia “conversione”, mi diverto ancora a trovare grandi esempi di raccontato che funzionano, grandi classici della letteratura mondiale, che hanno ammaliato milioni di lettori. Lui s’incazza, diventa meno “letterato” nel rispondermi, fatica ad accettare che uno che racconti possa aver reso grande la letteratura. Ed io sorrido.
Talento e lettura
Stabilito che tutte le cose che Luca “consiglia” siano sacrosante e premesso che nessuno voglia mettersi a discutere sul talento altrui, leggere tanto non basta. Magari, affina il gusto, abitua la mente, sempre che le letture non rimangano quelle di necrologi e classifica del campionato di serie A. E’ vero, dopo l’ispirazione e la voglia, occorre studiare. L’ho dovuto ammettere strada facendo. Non che non si possa sperimentare a proprio piacimento, ma se la sperimentazione avviene seguendo solchi tracciati, essa sarà senza dubbio più efficace.
Motivazione
Alle perle del guru vorrei permettermi di aggiungere un punto per me sostanziale (ma penso anche per lui): la motivazione. Perché scriviamo? Come ho sempre detto, per me è esigenza, se volete importante quanto correre per un runner o fumare per un tabagista. Molti chiedono: ma vale la pena? Rispondo solitamente con un’altra domanda (cosa che non si dovrebbe fare): qual’è l’unità di misura? Il successo, i guadagni? Chi vuole può divertirsi con un sondaggio. Chi è che lo fa per tali motivi? Azzardo: NESSUNO.
Scrivere
Scrivere ha una molteplicità di valenze incommensurabili. Oggi, mi fermo a sole due di esse. Comunicare, trasmettere ragioni e significati attraverso storie di ogni tipo. Non mi dilungo e passo alla seconda: la creazione. Creare un vaso di terracotta, un dipinto, un verso, far nascere una piantina, tutto converge verso quell’insostituibilità della creazione di qualcosa.
Creazione nella scrittura
Può sembrare strano, ma essendo cresciuto a pane e fumetti, confermo che tutt’oggi mi chiedo come se la passi il diavoletto buono Geppo, e se Paperino oggi stia bene. Mi domando se Diabolik abbia accumulato abbastanza, prima dei necessari acciacchi dell’età e se Dylan Dog arriverà a mettere la testa a posto e trovare una pace alla sua irrequietezza. I personaggi accompagnano nella vita altrui, tramite essi arrivano messaggi importanti. Ed ecco, l’ultima chicca, scrivere è anche responsabilità.