Il politicamente idiota
La moda del momento sta nel basare ogni azione sul politicamente corretto. L’estremizzazione del fenomeno tende a sfociare nel politicamente idiota.
Apu
Apprendo che nella nota serie “The Simpson” una polemica in atto da un pò di tempo ha spinto la produzione e quindi l’autore a togliere il personaggio di Apu, il titolare indiano di un minimarket, perché perché la sua rappresentazione risulta razzista. Mi sono domandato più volte in cosa consistesse il razzismo, nel mostrare un personaggio indiano che vive del proprio lavoro. Apu è rappresentato con la parlata cantilenata tipicamente indiana. Null’altro. Il personaggio non fa altro che tenere aperto il suo minimarket, rappresenta il tipico immigrato negli Stat Uniti che pur di far fronte alle esigenze della vita si adopera a stare aperto il più possibile. Sembra che sia la rappresentazione onesta di ogni lavoratore del mondo. Chiedo ancora ai lettori: dove sta il razzismo? Nella parlata? Anche Homer Simpson è presentato con una parlata da idiota. Però è americano. Scusatemi ma non vedo la differenza. Sembra che non si possa più rappresentare una negatività se addossata ad un personaggio non occidentale: a mio avviso, atteggiamento politicamente idiota.
Porta dos fundos
Il politicamente corretto piuttosto che limitare i comportamenti eccessivi, sembra al contrario esaltarli verso le estremizzazioni che sfociano nello stupido e nel “maggiormente offensivo”. La produzione cinematografica brasiliana dal titolo “Porta dos fundo” che osa presentare un Gesù omosessuale, ne è una esemplificazione pratica. Peggio ancora, la scelta del giudice della Corte che dopo la momentanea sospensione, ne ha autorizzato la diffusione. Quella rappresentazione, oltre me, offende un miliardo di cristiani nel mondo (1/5 della popolazione mondiale). In realtà offende tutti quanti perché apre le porte a poter denaturare chiunque.
Dylan Dog
Sono stato un lettore assiduo del personaggio creato dalla Sergio Bonelli editore. Uno del primi, in Italia, potrei dire. Si finisce, in casi come il mio, ad affezionarsi un pò. Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo è stato creato da Tiziano Sclavi come un investigatore con il debole per le donne, un corteggiatore dell’altro sesso di prima classe. Trasformarlo di questi tempi in un personaggio che fa coming out appare poco credibile e porge il fianco alla moda del momento. Peggio: lascia passare il messaggio subdolo come se la normalità sia assecondare, scovare in sé a tutti i costi, un lato omosessuale. Scelta politicamente idiota più che altro.
Marvel
Viste le premesse, non dovremmo stupirci se una major come la Marvel abbia deciso di introdurre nel suo universo cinematografico, personaggi lgbt. Del perché della scelta non entro nel merito, ma da lettore di fumetti di un tempo, mi limito a sospendere il giudizio sulle nuove produzioni ma, come nel caso di Dylan Dog, per favore, lasciate i pregressi nel modo in cui sono stati a suo tempo presentati. Può ancora esistere l’etero senza essere per questo discriminato o messo in secondo piano?
Nell’era delle riscritture su personaggi di fantasia, preferisco plaudire all’introspezione su “Joker”. Ma, già, il grido di dolore di una malattia è meno modaiola: però certamente più politicamente intelligente.
Personalmente penso che si stia esagerando, essere di pelle bianca, etero, con una famiglia fatta da un padre, una madre e un figlio è diventato ormai fuori moda e sconveniente, si è arrivati ormai all’assurdo.
Con questo No al razzismo in ogni sua forma sia per il colore della pelle o per la propensione sessuale o per la condizione sociale o per la religione, questo sempre e comunque, ma non esageriamo perché si sta entrando nel grottesco!