Non ho sbagliato a caricare l’immagine: essa è volutamente capovolta così come capovolto risulta il pensiero di questa persona rispetto all’incontrovertibile buon senso. Sembra che per lei il mondo si sia capovolto, il suo è il mondo al contrario.
Il fatto: i comuni bresciani
Otto comuni bresciani hanno aderito ad una iniziativa volta alla tutela della vita. Per farla breve, questi comuni mettono a disposizione una cifra mensile alle donne in gravidanza che ne fanno richiesta che intendono portare a termine la gravidanza, anziché no. Si tratta di un aiuto alle mamme nel caso in cui la loro decisione di continuare o interrompere la gravidanza potesse essere influenzata dalla difficoltà economica. Per la senatrice Cirinnà si tratta di una “scarsa cultura del rispetto e della libertà di scelta”.
Il mondo al contrario
A mio avviso (molto delicatamente sottolineo che sia ancora un mio modo di vedere il mondo seppure appaia dall’alba dei tempi una considerazione “ovvia”), ci sono dei fatti che non sono opinabili. Fra vita e morte, il “bene” ovvio è la vita. Fra continuazione della specie (qualunque specie vivente) ed estinzione, il bene è la continuazione e la sua tutela. Non a caso i medici fanno il giuramento di Ippocrate a tutela della vita in maniera imprescindibile dalle circostanze (dai tempi di Ippocrate, ovvero dal 400 A.C!).
Riflessioni
Pertanto, senza oziosi dilungamenti, mi domando come si possa vedere un attentato alla libertà nella tutela di un bene quale è la vita? Pur accettando l’aborto nei casi già previsti dall’attuale norma italiana, come si può pensare che sostenere le madri che abortirebbero SOLO per “difficoltà economiche” sia un delitto e una scarsa cultura del rispetto? Al contrario, pensare che qualcuno possa rinunciare alla realizzazione di un “bene umano” per motivi economici rappresenterebbe il vero attentato alla libertà di scelta.
Senso umano, non politica
Tutelare la libertà di scelta significa mettere ciascuno nelle condizioni di poter scegliere senza le limitazioni che conducano in una direzione piuttosto che in un’altra. Qui non si tratta di politica. Anzi, diremmo che la politica di un tempo (senza distinzione alcuna di partito) non aveva dubbi sul concordare sul bene primario, che sia “ovviamente” da tutelare; al più, la diatriba si concentrava sul come tutelarlo, mai sulla necessità di impegnarsi nella tutela.
Il caso in esame
In questo specifico caso, non si stava parlando di “aborto si, aborto no”, ma di rendere liberi di scegliere senza la costrizione del limite economico. Quando la politica si allontana dalla coscienza e smette di tutelare l’umano, non si pone più al servizio dell’essere umano; piuttosto al servizio di una sterile ideologia utile a qualcos’altro ma non all’umanità.
È un mondo al contrario, dove la priorità è stata sovvertita ad arte.