I miracoli ci sono, almeno per chi li vuol vedere. Storditi dalle preoccupazioni che ci propinano (ormai è così, neppure più quelle ci scegliamo), si può rischiare di perdere l’attenzione ai miracoli. Invece accadono, passano tra i fatti della gente, avvengono senza clamori, in sordina, se non si è attenti a captare. Il miracolo di Heidi è uno di questi, uno di quei tanti fatti che potrebbero passare inosservati; “tanto, i problemi sono altri”, si ha sempre altro a cui pensare, si ha sempre un vuoto in cui perdersi.
Heidi Crowter
In questi giorni, Heidi Crowter è il miracolo, colei che risveglia le coscienze. Attraverso lei, oggi, va avanti la mozione contro la liberalizzazione dell’aborto in Irlanda del Nord. Dal 2017, va avanti in quella porzione di mondo una crisi istituzionale per la quale non si forma un governo. Dall’autunno del 2019, pertanto, è intervenuto il parlamento inglese che, tramite il Nothern Ireland Executive Formation Bill, gestisce, di fatto, la cosa pubblica irlandese. Ma non solo. Il “mondo del fluido” s’infila ovunque, sceglie la via subdola per passare dove non riusciva. Tramite quella stessa norma si regolavano le unioni gay e l’aborto.
L’aborto
In Irlanda, l’aborto è consentito solo in casi particolari. Secondo la nuova norma inglese, esso diventava libero fino alla dodicesima settimana, ma in caso di salute fisica per la madre, esso rimane consentito fino alla ventiquattresima e… diventa senza limitazioni se il nascituro presenta anomalie o menomazioni. Insomma, un modo “diverso” per selezionare le nascite.
Il nuovo mondo
Il nuovo mondo in cui ci affacciamo prevede che tutto si scelga. La pratica dell’utero in affitto (per fortuna ancora vietato in molti paesi) pretende che i figli si possano “comprare” affittando la gestazione nel ventre di una donna prescelta (e pagata); si spinge verso l’eutanasia con la giustificazione di far cessare “la sofferenza” del malato, quando la realtà è che non c’è tempo né volontà di spendere soldi per coloro che diventano “un peso” sociale. Stessa linea verso coloro che il nuovo trend ritiene “inadatti” alla vita. Ma chi lo ha stabilito?
La battaglia di Heidi
Heidi parla di sé stessa, senza bisogno di scomodare teorie. Heidi ha scritto ad ogni parlamentare dell’Irlanda del Nord. Di seguito, le sue parole che non hanno bisogno di commento: «Come persona con la Sindrome di Down trovo questa proposta per l’Irlanda del Nord dolorosa e offensiva. Essa dice che io non sono uguale ad altre persone, non sono degna dello stesso livello di tutela legale di cui gode chi non è affetto da sindrome di Down o da analoghe disabilità non mortali.» Risultato: si sono risvegliate certe coscienze assopite; i vescovi locali hanno appoggiato la battaglia, i pro Life si sono ricompattati e il Democratic Unionist party ha presentato una mozione che respinge le nuove normative sull’aborto.
Contro natura
Andare contro natura non è mai una buona idea. La favola “l’ordine” (L’ordine (la favola) non si riferiva solo ad un disordine meramente materiale. Occorre un rispetto alla vita, al contrario di chi invece oggi propina idee che pretendono di crearla, modificarla, ovvero dominarla a proprio piacimento.
[…] “Non c’è solo il vento”, diceva, “anche la luce può portarti via, se hai tempo da perdere e dentro la giusta elettricità, e se da sempre ti aspetti un miracolo.” […] (Guccini, Ballando con una sconosciuta).
Occhio ai miracoli, dunque. E auguri di tanta felicità ad Heidi e il suo futuro marito James Carter.