“Il corpo è mio“, è uno slogan in voga nel mondo femminista degli anni settanta. Oggi viene ripreso a vario titolo dal mondo progressista che spinge sul childfree, ovvero sulla sottolineatura delle donne di successo che non vogliono avere figli perché essi rovinerebbero loro corpo e carriera. Questo slogan rappresenta anche la spinta “green” da parte di coloro che puntano verso una riduzione della popolazione mondiale ritenuta attualmente troppo elevata. È una rivendicazione esagerata di un certo mondo femminile che si arroga la decisione ultima riguardo al portare avanti una gravidanza in corso, a prescindere dal parere del padre come se il pensiero di quest’ultimo valesse di meno.
Alessandra
“Lei mi ha detto poco fa che quel dubbio è realtà. Poi con gli occhi di una donna mi ha detto: «È tuo, però problemi non ti darò.» [..] Per un istante non dico niente, cado e mi rialzo dentro la mente, poi so che cosa farò. Che bambino che sarei se lasciassi fare a lei. Nel suo corpo nasce un fiore, per sbaglio o per amore, che importa. Sarò con lei.” Questo è parte del testo di un brano dei Pooh che dà anche nome (Alessandra) all’intero album pubblicato nel 1972. Mi è tornato in mente a proposito di “il corpo è mio”: negli stessi anni in cui imperversava questo slogan, sussisteva un diverso modo di pensare, intriso di coscienza, in cui non ci sono padri orchi o madri colme di astio rivendicativo. C’erano semplicemente giovani con normali dubbi sulla vita e sul futuro (la ragazza: “è tuo, però problemi non ti darò”; il ragazzo: Per un istante non dico niente, cado e mi rialzo dentro la mente”), quei stessi dubbi che danno la naturale spinta a maturare e diventare persone responsabili.
Il corpo è mio
Quella frase voleva essere in quegli anni una presa di posizione riguardo ad ogni sottomissione ingiusta del mondo femminile, un diritto all’emancipazione. Il corpo è mio, divenne, al contempo, il diritto di uccidere un feto, se lo si voleva, la supremazia del sé contro il nascituro. La legalizzazione dell’aborto suggellò tutto questo. Le recenti polemiche del mondo progressista contro il diritto alla vita rimarcano queste due sottolineature: da una parte “il corpo è mio” (per quanto riguarda la donna incinta), dall’altro il feto non è un essere vivente, piuttosto una scoria.
Vaccini covid 19
Decenni di chiasso sul concetto della padronanza assoluta del proprio corpo, e poi, all’improvviso, non vale sulla facoltà di scelta riguardo al vaccinarsi oppure no. Un eventuale rifiuto è stato chiamato da parte di qualcuno “attentato alla salute pubblica”. Non entro in merito sull’opportunità di vaccinarsi oppure no, il discorso sui pro e sui contro sarebbe lungo. Piuttosto entro nel merito del come si arriva ad imporlo. Il vaccino anti vaiolo era previsto secondo una legge di stato, regolarmente approvata da un parlamento e dopo tutti i controlli del caso su eventuali controindicazioni. Oggi, al contrario, si percorre la via del terrore secondo lo spauracchio che non c’è mai tempo per discutere. Si fa e basta, a prescindere se sia stato opportunamente testato, verificato e controllato.
Il corpo è sacro
Piuttosto che il corpo è mio, ritengo che il corpo di qualunque essere vivente sia sacro. Trattandosi di un nuova tipologia vaccinale, ogni timore può essere legittimo. Ci è stata data una vita, custodirla (anche vaccinandosi, per carità) nel migliore dei modi mi sembra un dovere naturale.
Vaccinazioni
Solitamente, per vaccinarsi contro qualcosa veniva iniettato il virus (o il batterio) «indebolito». Il sistema immunitario riconosceva l’«intruso» e produceva gli anticorpi da utilizzare se incontrasse quello vero. Questi nuovi vaccini prevedono invece che si inietti l’«istruzione» per produrre una particolare proteina (la proteina Spike) in modo che il corpo (con quella “stringa di comando”) dia avvio alla produzione degli anticorpi. In sintesi, una modifica del linguaggio con cui è scritto il funzionamento del corpo stesso.
Il patentino
Il governatore campano De Luca è già comparso in video a pubblicizzare la tessera di vaccinazione data a chi effettuerà il vaccino. Come detto da lui stesso a chiare lettere, “essa vi permetterà di andare nei cinema, nei locali, ecc.” Se vaccinarsi sia giusto o no, non lo so, ma se oggi sollevo dubbi non mi sento un sovversivo. Rinuncio ad ogni patentino del genere anche se dovessi mai essere vaccinato, ho già una carta di identità che mi identifica nel mondo legale e tanto basta.
Piuttosto, non frequentatemi.