Come ebbi a dire nel caso di Maria De Domenico, percepisco ricchezza attorno a me, nel momento in cui scorgo che dei cari amici abbiano qualcosa da dire e, nel caso in specie, da raccontare. Indice di attenzione a ciò che accade, segno di riflessioni, testimonianza di un vissuto.
Il morso del cane
Nel caso di Giambi Leone, mio caro amico, conterraneo, classe 69, si tratta di una narrazione in cui mi ritrovo come appartenente al suo “mondo”. Siamo cresciuti assieme (non sempre assieme, ma assieme) e la prima cosa che mi lascia come fortissima impressione, a fine lettura del suo romanzo (“Il morso del cane”), è che egli abbia raccontato una storia molto “sua” e persino “nostra”. Nulla di strettamente autobiografico, il romanzo è puramente di fantasia al di là di qualche pennellata qui e là che faccia da specchio a qualche riferimento personale.
Tracce
In realtà, nel leggerlo, Giambi Leone, mi ha fatto respirare la sua essenza, inserita in un solco ben preciso, un’identità che mostra una cultura, una famiglia, e un territorio. In questo romanzo, gli riesce qualcosa di più che mi coinvolge: emergono sfumature, brevi sensazioni che echeggiano un “quid” che riguarda la nostra generazione e più ancora, la focalizzazione di un modo di essere attinente ad un gruppo di persone cresciuto in arco temporale e in un luogo specifico.
Una generazione
In tante altre circostanze, dietro una birra o sopra un muretto, ci eravamo ritrovati a commentare come fossimo una generazione di “vinti” dal sistema, da una società che ci aveva fatto intravedere un’onestà, una lealtà comportamentale, un modello di vita, per poi disattenderlo a sorpresa, spiazzandoci per sempre, rendendoci persino una sorta di “disadattati cronici”, elementi a perdere.
Il morso del cane
A Giambi Leone riesce bene questo ritratteggiarci con tinte evocative molto ben individuabili. “Il morso del cane” può sembrare quel morso ideale, quello che vien fuori da quella nobile rabbia che emerge dal mite, che, “risvegliatosi da un lungo letargo” e “guidato da un istinto animale”, morde “con tutta la disperazione”, “gira la testa da destra a sinistra”, fino a strappare.
Il romanzo
Niente spoiler in ogni caso. Ricopio la quarta di copertina così com’è: “Un uomo e una donna. Due destini che s’incrociano in uno spazio delimitato da una concatenazione di eventi apparentemente caotici. Una profezia divenuta ossessione. Una casa sopra la quercia, l’atto di un gabbiano, il morso di un cane, una freccia conficcata in gola e chissà quanti altri arcani disegni del destino. ci avevano voluto insieme, in quell’isola tra il Mar Cinese Meridionale e il Mar di Sulu. Tutto questo non mi dava inquietudine.”
Il link del libro: https://www.amazon.it/morso-del-cane-Giambi-Leone/dp/8899102716/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=Il+morso+del+cane&qid=1598179484&s=books&sr=1-1
Oppure, richiedetelo nelle vostre librerie di fiducia (Giambi Leone, il morso del cane, ed. “I buoni cugini”).
La nostra generazione probabilmente è composta da idealisti sognatori con i piedi ben ancorati alla realtà. Pertanto, nella vita, “Siate realisti, chiedete l’impossibile”.
Rosario Galatioto