I Green Pass vengono presentati come la naturale conseguenza del piano vaccinale. Potrebbe essere invece la porta d’accesso per il nuovo ghetto. Il piano vaccinale consente ad una popolazione di poter pervenire ad un farmaco. L’accesso come scelta o possibilità, non come obbligo, giacché esso rientra fra le decisioni assolutamente personali. Fallito il tentativo dell’obbligo, si persegue la via dei green pass, che poi sarebbe la via del ghetto, dell’esclusione.
Protezione o obbligo?
Facciamo un passo indietro. In tempi di influenze di ogni genere, il vaccino è sempre stato consigliato, mai imposto. Prima di questo evento, ogni straniero che metteva piede in Italia, non ha MAI avuto l’obbligo di “garantire” le avvenute vaccinazioni contro le note malattie del passato (maggiormente pericolose o mortali), debellate nei paesi occidentali, ma ancora esistenti come focolai in certe regioni del mondo. Perché allora parlare oggi di obblighi o pass?
Il grande affare
Che sia necessario o meno, di certo, la produzione di vaccini rappresenta il più grande affare economico di questo terzo millennio. Una cosa sarebbe produrre per coloro che lo chiedono (già una grandissima quantità di popolazione) altra cosa “imporla” all’intera popolazione mondiale. Significherebbe produrre una cosa, pagata dagli Stati, e poterla somministrare (come obbligo) ad ogni persona del globo. Senza dubbio, senza entrare nel merito della necessità o opportunità, il monopolio perfetto nelle mani di ciascun produttore farmaceutico.
Ghetto
In un periodo storico in cui si esalta l’inclusione e si mette al bando qualsivoglia forma di discriminazione, si parla contraddittoriamente di qualcosa (i green pass) che genera in ogni caso una suddivisione, rimarcandola. Da una parte i vaccinati, quelli liberi e promossi al ritorno alla vita, e i non vaccinati, i crumiri a cui va tolto ogni diritto sociale. Cosa ricorda se non l’apartheid o il ghetto?
Per non dimenticare
Suona strano commemorare il giorno della memoria. “Per non dimenticare” si dice, per evitare che si ripeta l’orrore dell’olocausto, per allontanare dalle società civili il rischio connesso dentro ogni atteggiamento discriminatorio. Eppure, questa cosa qui viene fatta passare come atteggiamento di alta civiltà. Cosa fecero i nazisti per “riconoscere” gli ebrei? Li tatuavano, li marchiavano, affinché fossero sempre riconoscibili. Oggi si inventano i green pass per marchiare i non vaccinati.
Piani Mondiali
Quello di Hitler era un piano per giungere all’obiettivo di popolare il mondo con la sola razza ariana, da lui individuata come la razza migliore. Quello di oggi è un piano diverso ma anche esso un piano mondiale. Klaus Schwab, direttore del WEF (World Economic Forum) assieme al Principe Carlo del Regno Unito, hanno visto nel Covid la possibilità del Grande Reset. Complottismo? no, affatto. Dichiarazioni alla luce del sole.
Eugenetica
Se le teorie eugenetiche erano state superate in quanto ovviamente bollate come teorie razziste, oggi essa si ripresentano sotto altra forma. Rimane la volontà di una cerchia di élite di creare una classe umana di serie A, lasciando da parte noi subumani.
La specie umana è una cosa sola, una nuova suddivisione della gente apre la prima porta verso un nuovo olocausto globale. Queste riflessioni, per non dimenticare.
Rosario Galatioto