Fallimento
Fallimento UE, non c’è che dire. La debolezza di questo organismo traspare dall’incapacità dei massimi vertici, il Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Layen e il Presidente della BCE Critine Lagarde.
Lagarde
Il limite, prima ancora che professionale, è stato umano: di fronte all’incalzare della pandemia, questa la sua gaffe imperdonabile: «Non siamo qui per chiudere gli spread, ci sono altri strumenti e altri attori per gestire quelle questioni.» Immediato il crollo di tutte le borse. E dire che non si tratta del passante di strada, ma del PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA! Il minimo sarebbe stato dimettersi ma non c’è limite all’indecenza. Il suo predecessore Mario Draghi, mani ai capelli, è intervenuto con una grande lezione di economia: Niente più limiti al debito pubblico degli stati. Probabilmente la Lagarde avrebbe già meritato la bocciatura ai tempi universitari. ma si sa , le strade dell’inferno sono lastricate da buone intenzioni.
Von Der Layen
Per il Presidente della Commissione Europea, altro grande esempio d’umanità, i coronabond sono solo uno “slogan” perché a suo dire «Esistono limiti legali molto chiari, non è questo il piano.» Una dichiarazione che arriva proprio mentre in Italia scoppiano i primi disordini dato che le promesse di un’Europa che non c’è, ancora cincischia di fronte alle emergenze. Per comprendere meglio, alle famiglie a cui si dice di stare a casa, di chiudere la propria attività per motivi di sicurezza, contemporaneamente non gli si dice come fa a mangiare. Per la Von Der Layen, a distanza di mesi dall’inizio della pandemia, “non è questo il piano”. Però non ne ha nessun altro.
Da dove passa il fallimento
L’Unione Europea era stato un progetto molto bello, almeno per come era stato scritto. Purtroppo, non era noto a tutti quanti che chi lo scriveva pensava a tutt’altro. Miss Merkel, per esempio, non ha mai pensato davvero ad una unione dei popoli, un organismo fondato prima di tutto sul mutuo aiuto e sulla solidarietà. Da quando esiste, si è sempre e solo parlato di limiti e di sforzi da compiere per allinearsi ad un livello che risulta inaccessibile a tutti gli altri paesi.
Requisiti impossibili
I limiti finora imposti, con contestuale deleghe di ogni potere, hanno di fatto blindato la libertà di azione di ciascuno stato. L’unico a suo agio, la Germania, dato che i criteri applicati sono quelli che calzano a pennello alla sua situazione. Che vantaggio hanno avuto allora tutti gli altri paesi? Il virtuosismo, se volevano, lo avrebbero potuto perseguire senza questi stretti vincoli soffocanti, lasciando che ognuno andasse avanti con i propri tempi. La diversità dei valori delle monete era proprio un’indicatore (non esaustivo in ogni caso) della forza di ciascuno.
Colpo di reni di Conte
Il nostro Presidente del Consiglio, almeno con le parole di stasera, è riuscito, una volta tanto ad essere chiaro come posizione verso l’Europa: «L’Europa dimostri di essere all’altezza della storia.» Il ministro Roberto Gualtieri: «Da Von der Leyen parole sbagliate. Serve un Piano Marshall per la ripresa.» Finalmente un colpo di reni. Vedremo se saranno parole cui seguirà coerenza di posizione.
Ma se queste sono le premesse, ripeto una domanda martellante: a che serve l’UE?