Fallaci e Houellebecq
Fallaci e Houllebecq. Un po’ di tempo fa avremmo al più detto: “E se avessero ragione?” Oggi a me viene da pensare con rispetto: “Avevano ragione.” E fin qui sarebbe uno di quei casi per i quali mia madre nel suo linguaggio che avanza per vecchi proverbi direbbe in dialetto: “Ora che a Santa Chiara l’hanno derubata, le fanno la grata”, come a dire che si conferma la correttezza di una certa apprensione dopo che il fatto temuto è già avvenuto. Il punto è che a Santa Chiara, come dice mia madre, l’hanno derubata e vilipesa più volte, e nonostante ciò, una certa parte del mondo continua a pensare, con insostenibile paradosso, che non c’è alcun bisogno né di proteggerla né di preoccuparsi. Anzi, a ripeterlo si passa per gente cattiva.
Oriana Fallaci
Rileggo un passo a caso di Oriana Fallaci e sembra scritto oggi. Neppure ieri, o l’altro ieri. Proprio oggi. “Addio Europa, c’è l’Eurabia L’Europa non c’è più. C’è l’Eurabia. Che cosa intende per Europa? Una cosiddetta Unione Europea che nella sua ridicola e truffaldina Costituzione accantona quindi nega le nostre radici cristiane, la nostra essenza? L’Unione Europea è solo il club finanziario che dico io. Un club voluto dagli eterni padroni di questo continente cioè dalla Francia e dalla Germania. È una bugia per tenere in piedi il fottutissimo euro e sostenere l’antiamericanismo, l’odio per l’Occidente.
Europa cancro dell’anima
È una scusa per pagare stipendi sfacciati ed esenti da tasse agli europarlamentari che come i funzionari della Commissione Europea se la spassano a Bruxelles. È un trucco per ficcare il naso nelle nostre tasche e introdurre cibi geneticamente modificati nel nostro organismo. Sicché oltre a crescere ignorando il sapore della Verità le nuove generazioni crescono senza conoscere il sapore del buon nutrimento. E insieme al cancro dell’anima si beccano il cancro del corpo.”
Houllebecq
Non che simpatizzi in generale per il suo modo di pensare. L’estremo cinismo, nichilismo e edonismo di ultima istanza non depongono, dentro il mio personale modo di pensare, in maniera favorevole verso di lui. Ma devo ammettere che con il romanzo “Sottomissione” aveva centrato un profezia cardine. Il mondo musulmano ha iniziato in sordina la sua conquista del mondo. Altro che multiculturalismo. Giorno dopo giorno, tappa dopo tappa l’occidente è destinato a scomparire inesorabilmente. Supremazia? Non ce ne sarebbe bisogno. Non c’è bisogno in un mondo che mira alla pace, o quantomeno finge di tendere ad essa, di innescare idee di conquista o inglobamento.
Sostituzione etnica
Papa Francesco parla di sostituzione etnica della popolazione europea come se fosse ovvio e buono. Di per sé il fenomeno accade. Sentivo parlare in questi giorni una donna della proveniente dalla Costa d’Avorio: è una delle ventidue figlie di un padre con tre mogli. Tutti loro vivono sparsi per l’Europa. Lei stessa mira ad avere non meno di sei figli.
La super mamma italiana
Stranizza però che la super mamma italiana, Claudia Guffanti, 38 anni, che ha avuto undici figli ed è stata intervistata dalla giornalista Giusi Fasano del Corriere della Sera abbia fatto scandalo e abbia suscitato le ire di altre giornaliste. Citiamole pure, seppure da parte mia con un certo sgomento e fastidio: Antonella Rampino, giornalista per la “Stampa” e Giulia Blasi (Rizzoli) hanno sostenuto che il fare figli (in questo caso italiani) imprigiona le donne al ruolo della maternità, quasi fosse un martirio o una prigionia.
La Scala di Milano
Mi aveva già fatto riflettere Houllebecq quando nel suo romanzo (quindi parto della sua fantasia) aveva ipotizzato che il mondo arabo entrasse nel consiglio di amministrazione della Sorbona, la più prestigiosa delle università francesi. Nel romanzo, pian piano vengono licenziati i docenti non vicini alla cultura islamica, mentre coloro che protendessero verso una forma di conversione all’islam (anche solo per pura convenienza) avrebbero avuto stipendi da favola. Si trattava di un romanzo dalle tinte distopiche. Nulla di più tremendamente vero, oggi, quando leggo che uno dei teatri più prestigiosi d’Italia, simbolo di una cultura e di una nazione, accetta, per puro pragmatismo, il sostegno economico (15 milioni di euro) da parte di un principe saudita.
I miei simboli
Fallaci e Houllebecq avevano ragione. Ero cresciuto con gli tovagliette che rappresentavano l’Italia, quelle con il disegno dei piatti tipici per regione o con i monumenti simbolo. Sono cresciuto memorizzando i luoghi geografici secondo i monumenti rappresentativi.
Questa omologazione sospinta uccide ogni mio appiglio identitario.