Quante volte ci siamo chiesti che cosa faremmo se vincessimo un centinaio di milioni al superenalotto. A parte sistemare le proprie pendenze e assicurare un prospettiva serena ai figli, molti di noi penserebbero di aiutare gli altri. Perché, in effetti, a cosa serve il surplus se non per poterlo condividere? Si riscontra, purtroppo, che non è esattamente questa l’etica del miliardario.
La classifica dei miliardari
La rivista Forbes ha stilato la nuova classifica dei più ricchi del mondo: per quattro anni consecutivi, il più ricco resta il proprietario di Amazon, Jeff Besos, con un patrimonio di 177 miliardi di dollari, 64 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Segue Elon Musk, fondatore della Tesla, con 151 miliardi di cui 126,4 realizzati nell’ultimo anno. Al terzo posto Bernard Arnault proprietario del gruppo di lusso LVMH, con un patrimonio di 150 miliardi (raddoppiato in quest’ultimo anno). Potremmo continuare ad analizzare la lista ma non è l’obiettivo di questo post. Sta di fatto che il totale dei patrimoni delle sole dieci personalità più ricche ammonta complessivamente a 1115 miliardi di dollari.
La fame nel mondo
Secondo uno studio recente realizzato da un’aggregazione internazionale che ha coordinato la ricerca, per sconfiggere la fame del mondo (ovvero raggiungere l’obiettivo “fame zero” entro il 2030) occorrerebbero 330 miliardi di dollari.
Due calcoli rapidi
Se solo Jeff Besos, Elon Musk e Bernard Arnault, solo loro tre, rinunciassero ai loro incrementi di quest’ultimo anno (64+126,4+74), saremmo pressoché vicini all’obiettivo.
Concentrazione della ricchezza
Pare che in soli 26 detengono la ricchezze equivalenti a quella di 3,8 miliardi di persone. L’equivalente concentrazione nel 2017 riguardava le 46 persone più ricche e l’anno di prima ancora, tale accumulo era concentrato nelle mani di 61 persone. Ciò significa che ricchezza crea ulteriore ricchezza e nel giro di un quinquennio potremmo avere il padrone del mondo, colui che detiene tutto rispetto a tutti gli altri che possiederanno sempre meno.
Etica del miliardario
C’è un’etica in tutto questo? Cosa può fare in più un plutocrate quando già soddisfa ogni suo più stravagante desiderio? Non gli rimarrebbe altro che fare il bene, ovvero condividere, mettere a disposizione l’enorme surplus. Dico di più: non è soltanto un fatto etico, ma un fatto egoisticamente necessario. E’ la stessa logica del piano Marschall applicato dagli Stati Uniti dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando aiutò a fondo perduto le nazioni distrutte dalla guerra. Se non ci sono più potenziali compratori, a chi altri potrebbe mai vendere il venditore?
La stessa logica del Monopoli: quando hai vinto non rimane altro che rimmischiare le carte.