Il decreto piroetta
Una delle prerogative del Governo Conte in questa fase emergenziale è quello di fare in ritardo ogni cosa venga suggerita a furor di popolo. Come da tempo auspicato e sollecitato dalle istituzioni, finalmente sta per essere pubblicato il Decreto Legge che “riassume” per così dire, alcuni dei contenuti dei precedenti DPCM nonché, a grande richiesta, gli interventi per le imprese, motore economico di questo paese. Sarà efficace? A guardare la bozza, piuttosto che aiuti agli operatori economici, sembra che si chiedano piroette.
Dirette show
Non c’è che dire, gli annunci ci sono, ma rimangono tali. Mentre negli altri paesi si applica la regola della semplicità e dell’immediatezza, la bravura di questo governo, in onore alle tradizioni plurimillenarie del nostro paese, sta nel teatro. Dirette social per annunci altisonanti, alla regia un probabile Casalino, già esperto di riflettori H24. Dopodiché il nulla. INPS bloccata per cui impossibile attuare ciò che era stato promesso ai lavoratori e agli autonomi. Adesso è il turno delle promesse alle imprese, rigorosamente annunciate e lasciando col fiato sospeso coloro che reggono le sorti economiche di questo paese.
Decreto Legge o decreto piroetta?
Gli squilli di tromba preannunciati pare non corrispondano, al solito, a ciò che comparirà nel testo. Per le imprese si preannuncia la possibilità di sospensione di ogni pagamento fiscale previsto nei mesi di aprile e maggio. Tutto rimandato a giugno. In automatico? No, è chiaro! Qui partono le piroette richieste agli imprenditori che nel frattempo sono a casa e i cui dipendenti addetti all’amministrazione devono cimentarsi a contorsionismi vari. Dunque, le imprese con ricavi al di sotto del 50 milioni di euro annui possono ottenere la sospensione se dimostrano (rispetto ai mesi di marzo e aprile del 2019) una diminuzione dei ricavi e dei compensi di almeno il 33%. Per poter sospendere il versamento dei contributi il calo deve essere di almeno il 50%. Nel caso si arrivi a dimostrare tutto questo, i pagamenti dovranno essere effettuati in un’unica soluzione entro il 30 giugno, oppure chiedendo una rateizzazione in un massimo di 5 rate. Se non si riesce a beneficiare della sospensione, per IRPEF, Ires e Irap, occorre versare almeno l’ottanta per cento del dovuto per non incorrere in sanzioni e interessi vari.
Ulteriori piroette
Per ottenere liquidità, la garanzia al 100% senza valutazione del merito del credito vale solo fino a 25.000 euro. Per le aziende che chiedono fino a 800.000 euro occorre una valutazione bancaria di solvibilità e la garanzia al 90% dello Stato e al 10% di Confidi.
Vita da pan di stelle
I nostri membri del Governo sembrano vivere in una nuvola di pan di stelle a quanto pare. Ancora una volta dimostrano che certi titoloni accademici di cui si fregiano non valgono una mazza. Facciamo il punto: le aziende italiane avevano già emesso fatture a marzo, un attimo prima della chiusura; pertanto è possibile che il loro fatturato rispetto a marzo 2019 sia rimasto invariato. Peccato che poi (dato che fra aziende i pagamenti sono a trenta, sessanta o novanta giorni) siano tornati una valanga di insoluti dovuti alla chiusura repentina di tutti quanti. Sul fronte garanzie il duetto Conte/Gualtieri in questa tragedia (non è affatto una commedia) impersonano ad hoc il ruolo di Ponzio Pilato. Da oscar nella scena del lavaggio delle mani. Decretano la possibilità di prestiti ma le valutazioni in mano alle banche e a Confidi. Come dire, “Se non riuscirete, non è colpa nostra.”
Crollo a cascata
Non sono un esperto, ma ci vuole poco a capire che in un frangente similare, non occorrono prestiti, ma come accade in ogni altro paese, occorre un simil piano Marshall, aiuti immediati, diretti e a fondo perduto! Allo stato attuale, se un’azienda di inizio filiera non onora le ricevute bancarie, a catena tutte le altre della filiera non potranno che creare una valanga di insoluti. Non dilazioni, ma immissione immediata di denaro fresco, affinché ogni piccola e media impresa onori i debiti contratti e rimetta in moto la concatenazione di ogni pagamento. Questo governo pretende le tasse ma non valuta dove le imprese attingeranno. Se non hanno prodotto e non hanno incassato, cosa mai potranno pagare? Inutile rimandare i pagamenti! Gli incassi non ci sono stati!
Cosa aspettarci?
Questo Decreto sta per essere emanato. Ma cosa aspettarci per il futuro? Un altro decreto piroetta e poi, piroette, piroette e ancora piroette. Ai nostri imprenditori si chiede sempre più di diventare ballerini o funamboli.
Rosario Galatioto