Dalla passione alla tecnica: Occorre essere appassionati. Nella quotidianità, nelle piccole cose di ogni giorno, non solo in quelli che identifichiamo come grandi momenti di svolta.
I ragazzi dell’Istituto S. Bagolino
La Professoressa Giglio, assieme ad altri insegnanti di questo istituto scolastico di Alcamo (TP) hanno pensato ad un progetto scolastico che sostenesse i ragazzi nel cammino verso la meta degli esami. In realtà, come ha ricordato la prof. Giglio stessa, la passione e l’attenzione nelle cose è un’abitudine che deve essere coltivata, diventa il metodo per l’esistenza stessa.
Una prospettiva
Prima di incontrare i ragazzi mi sono chiesto io stesso cosa avrei voluto sentirmi dire a quell’età. Sono passati quasi trentasette anni da quando feci l’esame di terza media, eppure, confrontandomi con la loro insegnante, ho scoperto che l’esame è strutturato più o meno con le stesse modalità.
“Partite da una frase”
Abbiamo parlato a lungo io e la loro insegnante prima del giorno di questo incontro, abbiamo ragionato su questo aspetto degli esami e sono stato confortato nell’apprendere che fra tutti gli insegnanti passa concordemente la visione di una prospettiva un pò diversa. “Abbandonate i classici temi, partite anche da una frase che vi interessa” ha esordito la professoressa Giglio al momento dell’incontro.
I temi trattati
Pertanto, mi sono augurato qualcosa di diverso per loro, qualcosa che fosse vero. Ho trovato una disponibilità diffusa fra gli insegnanti e ho puntato su quello. In quel pomeriggio dopo che i ragazzi erano stati a scuola già per otto ore, ho preferito utilizzare alcuni concetti chiave che ritengo importanti per me. “Se fossi io stesso insegnante della commissione esaminatrice, cosa vorrei vedere?” mi sono chiesto. Ma soprattutto, “Quale input posso dare loro per la vita?”.
Equilibrio, passione e stupore
Ho preferito che le parole chiave fossero queste. Nel grande oceano delle cose da poter raccontare, ho desiderato questo per loro. Ho mostrato loro un video, uno spettacolo che ha a che fare con l’equilibrio, in contrapposizione agli eccessi che caratterizzano questa società per apparire presenti. Ho preferito parlare della centralità di ciascuno di loro, della loro unicità a prescindere da tutto. E poi la passione. C’è un motore ruggente in ciascuno, c’è sempre qualcosa che spinge più di tutto il resto, che pressa il nostro interesse. Partire da sé stessi per guardare il mondo, con quegli occhi accesi, pronti al sacrificio. L’alternativa sarebbe quella sottile ipocrisia che poi ci veste per tutta la vita, come le maschere pirandelliane. Si possono ripetere nel migliore dei modi ogni lezione ben imparata, ma servirebbe a poco. Infine, lo stupore. Quando si comunica ciò che ci interessa veramente, si genera stupore nell’interlocutore. L’autenticità di un pensiero crea interesse attorno, è movimento che genera altro movimento.
La scuola, se insegna il vero, apre le porte della vita.
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